da Milano
Mediolanum sta crescendo da sola in «modo straordinario» al punto che anche gli obiettivi per lanno potrebbero essere superati ma, quanto al capitolo aggregazioni, «nulla è escluso a priori». Quando lamministratore delegato Ennio Doris prende la parola, nelle sale operative era già forte la scommessa su un possibile ritorno di fiamma tra il gruppo e Generali. A rilanciare lo scenario, già accantonato qualche anno fa, era stato il Corriere della Sera provocando un repentino strappo in Piazza Affari, dove il titolo nel corso della seduta si è arrampicato fino a un picco di 6,75 euro (più 5%). Abbastanza, malgrado a sostenere gli acquisti siano state anche le lusinghiere pagelle stilate da Ubs e Deutsche Bank, per attirare lattenzione della Consob.
A cui Mediolanum nel tardo pomeriggio ha risposto di non avere «al momento allo studio» alcuna ipotesi di alleanza. Un messaggio netto che ha però solo parzialmente frenato la fantasia degli operatori: il titolo ha chiuso la seduta con un progresso del 3,3% a 6,61 euro tra scambi per il 5,8% del capitale (42 milioni i pezzi passati di mano).
Volumi che denunciano la tensione in Borsa sul futuro di Mediolanum, anche se a conti fatti ieri alcuni analisti apparivano scettici sulle prospettive industriali di un riavvicinamento a Generali. Oltre alla distanza delle capitalizzazioni, un matrimonio solleverebbe infatti probabili rilievi da parte dellAntitrust che ha già costretto il Leone a rinunciare a Nuova Tirrena in cambio della conquista di Toro.
Uno scenario complesso che spinge alcuni osservatori a soffermarsi piuttosto sullipotesi di un risiko con Capitalia che potrebbe favorire la presa sul gruppo del presidente Cesare Geronzi. Al momento lunico punto fermo è, tuttavia, che Doris sta arrotondando la propria quota in Mediolanum: «Ho oltrepassato il 38,5% e comprerò ancora, certo. Ma non sono io a far salire il titolo. Io acquisto quantitativi modesti e diluiti giorno per giorno», aveva detto il banchiere che condivide il controllo del gruppo insieme a Fininvest. Una precisazione Doris vuole tuttavia farla: «Questa non è una one-man company. Anche se capisco che possa essere descritta così, non è corretto». Da tempo nel gruppo si lavora infatti sulla crescita del figlio Massimo Doris, ora plenipotenziario della controllata spagnola.
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