La guerra E i ribelli avanzano con l’aiuto delle armi occidentali

Tripoli L’arrivo di diversi tipi di armi ha permesso ai ribelli libici di compiere un salto di qualità nei loro scontri contro le brigate del colonnello. Dopo essere stati bersaglio di cecchini nei primi tempi della rivolta, ora i tiri dei gruppi di ribelli bersagliano i militari lealisti, oltre a compiere operazioni mirate contro i vari posti di blocco in città. Da vittime dei tiratori scelti di Gheddafi a cecchini contro i lealisti del rais: è uno dei segnali del cambiamento della situazione a Tripoli, secondo il punto della situazione fatto dal sito di Al Jazeera, che cita l’agenzia di stampa libica al Tathamen. Secondo l’agenzia citata dall’emittente del Qatar, molti dei residenti di quartieri della capitale, come il centrale Fashloom, e i periferici Arada, Suk Al Jumà e Tajura partecipano a queste operazioni contro le brigate di Gheddafi.

E in caso di successo, oltre ad innalzare la bandiera dei rivoltosi su edifici importanti della capitale come le facoltà universitarie e le sedi degli uffici amministrativi e governativi, i residenti di Tripoli adottano diversi modi per esprimere il loro sostegno alla rivoluzione del 17 febbraio, come stampare piccoli vessilli da attaccare alle automobili o lanciare palloncini con gli stessi colori. Intanto sarebbe preoccupante la situazione dei detenuti a Tripoli, il cui numero supera i 50 mila. Tra questi, più di 30 mila sarebbero sottoposti a torture e maltrattamenti nelle prigioni di Bab Al Azizia.

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