Ha scelto la formula della lettera aperta Paolo Guzzanti (nella foto) per ufficializzare addio e dimissioni. Da tutto e da tutti: gruppo e partito. Da tempo, l’ex presidente della commissione Mitrokhin era sull’Aventino e non risparmiava critiche alla gestione del premier. Ora tutto questo è diventato ufficiale e da ieri Paolo Guzzanti non è più un tesserato del Pdl. Ha lasciato il centrodestra per confluire nel gruppo misto e ha dato l’addio al Pdl per annunciare che si iscriverà al partito liberale da dove vuol ripartire verso prossime responsabilità politiche.
Sostanzialmente due gli elementi che, a suo dire, hanno determinato la scelta di Guzzanti. Il primo: il sostegno «entusiasta, personale e amicale al signor Vladimir Putin» da parte di Berlusconi «per la criminale invasione della Georgia, la prima di uno Stato europeo da parte di un altro Stato europeo dall’1 settembre 1939 quando Hitler invase la Polonia». Il secondo: la condizione «preagonica della democrazia parlamentare italiana». «Il Parlamento - scrive Guzzanti - è oggi ridotto al rango di cane da slitta del governo costretto a correre sotto i colpi di frusta dei voti di fiducia con cui approvare decreti legge che meriterebbero invece ampia e autonoma discussione».
Guzzanti ha spiegato il ricorso a una lettera aperta perché «sono state respinte» tutte le richieste di colloqui e messaggi al premier.
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