Hitler, il vegetariano che odiava la birra

Dall’Appendice del volume Avvicinamenti (Guanda), pubblichiamo uno stralcio del capitolo «Cane e gatto», per la prima volta tradotto in italiano.

Così come odiava i cavalli, Hitler odiava anche la birra. Trovava sgradevole già solo l’odore di chi avesse bevuto birra. Questo atteggiamento, a sua volta, era strettamente legato alle sue abitudini vegetariane, che per lo più presuppongono una particolare sensibilità. Questa caratteristica lo favorì perché lo mise in guardia di fronte a tanti pericoli e gli consentì di sfuggire a numerosi attentati. Abbiamo testimonianze che riferiscono di cambiamenti nei percorsi e nei piani prestabiliti, che indicano doti percettive molto affinate. Non mancano tratti isterici. È stupefacente l’effigie della madre; un esempio perfetto del tipo lunare, il tipo della sonnambula. E poi il padre, che era una guardia.
«Quando questo colonnello mi guarda con il suo unico occhio, mi sento sconvolto» - un’osservazione precoce relativa a Stauffenberg. Quando si fa vedere da solo, magari per ispezionare un fronte, cerca di coprirsi la zona genitale, con il berretto o con la mano. È un gesto che salta agli occhi, documentato in molte fotografie. Questo gesto potrebbe alludere a una menomazione, anche a un’ansia di castrazione.

Sembra che il cadavere sia stato esaminato a fondo, nonostante non fosse stata risparmiata la benzina. Il desiderio di scomparire senza lasciare resti dopo la morte lo accomuna a Sade; benché nei due casi le ragioni siano state diverse, c’è tuttavia un punto di contatto.

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