Ho spento il mio pc. E sono di nuovo impegnatissimo

Sto facendo l'aggiornamento file. Il mio personalissimo update. Di me medesimo, non quello di un computer, di una tv, di una piessepi. Da quando vivo vintage, il rito si ripete più o meno una volta l'anno. E una volta l'anno non è che mi senta benissimo. Perché con il periodico update per addomesticare il progresso, per catturare solo ciò che del progresso mi serve, sono costretto a riprecipitare temporaneamente nel vecchio vivere. Quello di quando ero sempre sul bordo del futuro e talvolta mi sporgevo oltre, cercando di anticipare ogni diavoleria elettro-tecno-multimediale. Penso a una decina di anni fa in Giappone, a Mito e dintorni, terra di radiazioni adesso. Ricordo che scoprii Skype e la video chiamata gratis. Mia moglie lo inaugurò dicendomi dall’Italia «adesso controlla tu la bambina che vado a fumarmi una sigaretta...».
Ora non mi sento tanto bene perché credo che i giorni destinati all'update personale corrispondano a giorni di fumo sfrenato per chi ha smesso con le sigarette. Da una parte li attendo incuriosito all'idea di riprovare vecchie sensazioni; dall'altra temendo di ricadere nel vizio tecnologico. Eppure devo rischiare. Ogni anno devo capire che cosa usare del progresso e cosa no. Il verdetto dell'ultimo update parla chiaro: boccio definitivamente facebook e promuovo twitter; ignoro disgustato l'ultimo lcd ultrapiatto ma non la stampante wi-fi; mantengo sotto osservazione i tablet e apro la porta all'e-book. E insisto a snobbare il 3D.
Non mi sento tanto bene perché per fare tutto ciò sono stato costretto a una tecno-full-immersion e a non vivere vintage per un po' e a smanettare sul pc o sul tablet preso in prestito o su facebook o su twitter o su amazon o su questo e quell'altro. Così ho trascurato famiglia, figli, sport, letture, costretto com’ero alla tecno-immersion. Soprattutto, ho riprovato la sgradevole sensazione di buttare via tempo prezioso a furia di studiare istruzioni di tecno oggetti e software e stampanti, sapendo che in 6 mesi saranno sorpassati da altri e avanti così, in un processo senza fine di aggiornamento e studio, aggiornamento e studio sempre e solo sullo stesso oggetto riveduto e corretto.
Comunque sia, il mio update termina oggi.

In famiglia l'hanno capito dal pc di nuovo fisso solo sulle mail e non su esotici tecnositi e dall'e-book di nuovo spento. E dal libro vero di nuovo aperto. L'hanno capito perché, magia, d’un tratto ho avuto più tempo per loro. E per me. È questo il grande regalo del vivere vintage.

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