Si prospettava, fino a qualche anno fa, uno sbarco in forze in Europa da parte dei costruttori dei Paesi emergenti. Con prodotti a basso prezzo e marchi da inventare, prima ancora che far conoscere. La penetrazione è cominciata, in effetti, ma in tuttaltro modo. Perché non si può acquisire il patrimonio di conoscenze delle grandi case né colmare il divario tecnologico in batter docchio, solo grazie a tassi di cambio favorevoli o alla disponibilità di manodopera a basso costo. E poi i nuovi player del settore sono impegnati in questo momento a soddisfare la crescita della domanda interna, che la crisi ha solo rallentato, e a consolidare le loro posizione sui mercati di riferimento, più che a cercare nuovi sbocchi allestero. Se capita, invece, lopportunità di fare shopping a buon mercato, non si tirano certo indietro. Sicché la partecipazione cinese allexpo trapela soprattutto dalle quinte dello stand di Volvo, passata recentemente dalle mani di Ford a quelle di Geely. E quella indiana si materializza sulle passerelle di Land Rover e Jaguar oltreché della controllante Tata, che di suo esibisce una concept in prima mondiale e la versione elettrica della compatta Vista, in vendita dal 2012. Si parla indiano, dopo lacquisizione da parte di Mahindra, anche sullo stand della coreana SsangYong, che torna ad affacciarsi sul palcoscenico di Ginevra con il prototipo di un pick up chiamato per il momento Sut 1.
Conferma infine le proprie ambizioni mettendo al centro della sua esibizione vetture ibride ed elettriche la cinese Byd ,di cui è stato annunciato da tempo lo sbarco in Italia tramite il gruppo Koelliker, ma per ora senza passare ai fatti.
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