I legali di Mubarak: «Ha un cancro» Chiesta una visita prima del processo

Il Cairo Il deposto presidente egiziano Hosni Mubarak potrebbe essere ammalato di un cancro allo stomaco ormai diffuso in tutto il corpo. È quanto sostengono i suoi legali, che chiedono per l’ottantatreenne ex raìs il diritto a essere visitato dall’equipe medica tedesca che lo ha seguito quando è stato operato alla cistifellea nel marzo dell’anno scorso. Questo consulto servirebbe a determinare l’eventuale necessità di un intervento chirurgico per salvare la vita di Mubarak, che dalla metà dello scorso aprile si trova ricoverato all’ospedale internazionale di Sharm el Sheikh, la località balneare sul mar Rosso dove possiede una villa.
Mubarak, che a differenza del collega tunisino Ben Ali non ha voluto rifugiarsi all’estero, è in attesa di processo per corruzione e per il sanguinoso tentativo di repressione delle manifestazioni di protesta che l’11 febbraio scorso hanno portato alla sua deposizione. Il processo è fissato per il prossimo 3 agosto: insieme all’ex raìs saranno alla sbarra i figli Gamal e Alaa. Il ministro egiziano degli Interni Mansour El-Eissawi ha intanto confermato che il governo del Cairo ha chiesto alla Spagna l’estradizione dell’imprenditore Hussein Salem, stretto collaboratore dell’ex presidente Hosni Mubarak, arrestato nei giorni scorsi. Salem, che ha doppia cittadinanza egiziana e spagnola, è ricercato in Egitto per sperpero di denaro pubblico e il suo processo è fissato per il 3 agosto in concomitanza con quello di Mubarak e dei figli.
E da Venezia, dove ha partecipato al simposio sul Medio Oriente e il Nord Africa promosso dalla rivista Oasis, il cardinale copto di Alessandria Antonios Naguib ha messo in guardia contro una deriva islamica della rivoluzione di febbraio in Egitto. Si era partiti con una straordinaria solidarietà reciproca facendo sperare in «una nuova era di fratellanza, coesione sociale, scomparsa delle barriere e delle discriminazioni religiose».

Un sogno durato ben poco con la ricomparsa dei Fratelli musulmani che «hanno assunto il dominio della scena» concordi, pur nel contrasto tra le diverse correnti, «sulla volontà di stabilire uno Stato basato sulla Sharia».

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