Intorno al 1870, l'Argentina, a causa delle richieste dei Paesi Europei, sempre in guerra tra loro, di prodotti agricoli, specialmente di grano, non ha sufficienti mietitori locali. Inizia allora dall'Italia una emigrazione stagionale oltre l'Oceano Atlantico, che fu battezzata «emigracion golondrina», perché i mietitori arrivavano come le rondini, lavoravano alcuni mesi, quindi ritornavano ai loro paesi d'origine. Era una emigrazione dura: sia i liguri, che i piemontesi, e i calabresi, partivano subito dopo aver vendemmiato, viaggiavano sui velieri, per spendere meno, e raggiungevano l'Argentina dopo 30 o 40 giorni di viaggio. A Buenos Aires trovavano chi li attendeva e in carovana a cavallo si dirigevano verso il nord, nella provincia di S. Fé, dove il grano maturava prima, e iniziavano a mieterlo, a raccoglierlo, a batterlo e a portarlo ai mercati. Il mercato del grano iniziava a metà di Novembre. A mano a mano che il tempo passava, i mietitori si spostavano verso sud, nella Provincia di Buenos Aires, dove il grano maturava a febbraio. Finita la campagna, ricevuta la paga, rientravano in Italia, e raggiungevano i propri famigliari per iniziare a marzo le coltivazioni primaverili. Mi raccontava il mio Capo Officina che suo Nonno, il calabrese Giuseppe La Rosa, aveva fatto molti viaggi in Argentina alla fine dell'800.
Per spender meno sul viaggio, partivano in quattro: due pagavano il biglietto e due viaggiavano come clandestini. Quei due che avevano pagato, dovevano sia a mezzo giorno, che alla sera, prendere un po più di pane, (...)- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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