I superbody restano di moda, nonostante tutto

Strani pesci di piscina e marziani ricoperti di strati di tessuto fatti di futuro: l'hi-tech spalmato sulla pelle degli atleti ai mondiali di nuoto di Roma ha arroventato il clima della competizione.
L'americano Michael Phelps già testimonial delle grandi performance di Speedo LZR Racer, il francese Alain Bernard con i body Powerskin R-Evolution di Arena, la Pellegrini e la Filippi con Jacked 01... La sfida fra le multinazionali del nuoto s'è trasformata in una guerra. In poliuretano al 100 per cento, questo costume ha moduli bi-elastici, totale assenza di cuciture che ne accentuano la fluido-dinamicità e uno spessore di appena 0,4 mm. Non solo: da autentico primatista di fashion appeal si propone in colori mai visti nell'agonismo: dal fucsia all'arancione, dal bronzo al platinum. Gli interessi anche fuori vasca sono colossali perché, come nel caso di una Ferrari, la ricerca tecnologica ricade a pioggia sui consumi e, nello specifico, sui praticanti di nuoto in piscina che solo da noi sono oltre 5 milioni. «In Italia siamo leader», dice Alessandro Carpignano, general manager di Arena, l'azienda di Tolentino che fattura 50 milioni di euro e detiene una quota cinque volte quella di Speedo. Quest'ultimo, marchio del gruppo inglese Pentland Brands, detta legge a casa propria e si divide con Arena il mercato europeo. Poi c'è il colosso giapponese Mizuno, sponsor della fuoriclasse Federica Pellegrini, la quale, ha pensato bene di non offenderlo nelle occasioni in cui si è esibita con un costume Jacked oscurandone il marchio. Ma non è tutto perché nel 2010 nascerà anche la Tattoo Collection, linea di costumi da bagno caratterizzata dal disegno dell'Araba Fenice, il tatuaggio che Federica ha sul collo. «Ma ora i primi in piscina siamo noi e non solo perché fornitori ufficiali della squadra italiana, del Brasile, della nazionale australiana e di molti nuotatori internazionali», attacca Gianluigi Cimmino, amministratore delegato del gruppo Inticom. «Abbiamo rivoluzionato il mondo delle sponsorizzazioni, ci godiamo questo momento e pensiamo al prodotto che lanceremo nel 2010», aggiunge facendo intendere sfracelli. Dal canto suo Arena, sponsor di molte federazioni come Russia, Svezia, Ungheria e persino Sud Africa apre negozi in centri commerciali. Obiettivo? Essere nei luoghi di shopping ad alto traffico e ottenere un prezioso feedback sui gusti dei consumatori. Soprattutto delle donne che in vasca vogliono anche la zampata di moda. Del resto la Inticom è stata con i suoi tre marchi protagonista assoluta di questi mondiali realizzando una collezione moda di abbigliamento e accessori per tutti gli atleti italiani, pregevoli testimonial.


E anche se tra rarefatte innovazioni stilistiche e diavolerie techno, più che in vasca, sembra di calarsi in un laboratorio e per il 2010 la Federazione annuncia regole più severe, c'è da scommettere che i produttori di costumi continueranno a confrontarsi con il coltello fra i denti.

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