Fra i tesori di Tanzi sequestrato un de Chirico

A poche ore dalla decisione della Cassazione di annullare l’ordinanza del Tribunale del Riesame di Milano che aveva richiesto il ritorno in carcere di Calisto Tanzi, la Guardia di finanza è ritornata nella villa di Alberi di Vigatto dell’ex patron della Parmalat, dove ieri ha eseguito un nuovo maxisequestro di oggetti preziosi, in particolare statue e mobili antichi. E tra questi anche una statua di de Chirico, Attorno alle 8.30 tre auto dei fiamme gialle di Bologna e due furgoni di una ditta di trasporti, con loro anche un’addetta della Soprintendenza ai beni artistici, sono entrati nell’abitazione alle porte di Parma. Allo stesso Tanzi hanno consegnato copia del sequestro preventivo disposto dalla procura di Parma nel giugno scorso di tutti i beni riconducibili all’ex cavaliere custoditi nella sua villa. I tecnici hanno iniziato a smontare e ad imballare 83 oggetti. Fra questi c’erano un prezioso lampadario di Murano, composto di centomila gocce di cristallo, un trumeau del ’700, un mobile del ’600 ed una statua in bronzo, opera di Giorgio De Chirico.
Il sequestro rientra nella maxi operazione condotta dalla procura di Parma e dai carabinieri del Nucleo patrimonio artistico che aveva già portato al sequestro di un centinaio di quadri, per un valore complessivo di trenta milioni di euro. Gli oggetti erano già conosciuti dalla Procura, che li aveva catalogati e lasciati nell’abitazione di Tanzi in attesa di rintracciare un luogo dove potessero essere conservati. Proprio l’altro ieri la Quinta sezione penale della Cassazione aveva annullato, con rinvio ad una nuova decisione, l’ordinanza del tribunale del Riesame di Milano con la quale nell’ottobre scorso, erano stati disposti gli arresti per l’ex manager, come chiesto dalla Procura, «per pericolo di fuga», a seguito della condanna inflitta dalla Corte d’Appello di Milano, a 10 anni di carcere per aggiotaggio e altri reati. Dopo la sentenza di condanna di secondo grado, del 26 maggio 2010, con la quale era stato disposto anche un risarcimento ai risparmiatori truffati di circa 100milioni di euro, la Procura aveva chiesto alla Corte d’appello di Milano la custodia in carcere di Tanzi ritenendolo capace di fuggire all’estero e rendersi latitante, date le «risorse finanziare ingenti», e far perdere, così, le sue tracce prima di giungere alla sentenza definitiva che si terrà in Cassazione probabilmente entro giugno. La Corte, però, in luglio aveva respinto la richiesta e così la Procura generale si era rivolta al Tribunale del Riesame, che si è poi pronunciato per gli arresti.
I legali dell’ex patron di Parmalat avevano quindi fatto ricorso alla Suprema Corte contro l’ordinanza.

Nell’udienza svoltasi a porte chiuse mercvoledì, il sostituto pg della Cassazione, Vito Monetti, aveva chiesto la conferma degli arresti disposti dal Riesame. Ma la Suprema Corte non condividendo le tesi del pg ha annullato l’ordinanza chiedendo una nuova valutazione. E le motivazioni si conosceranno con il deposito della sentenza entro trenta giorni.

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