Ici alla Chiesa: l’ok dell’Ue, scettici i politici

Ici alla Chiesa: l’ok dell’Ue, scettici i politici

RomaL’Unione Europea è soddisfatta, la Chiesa è attendista. Nei partiti c’è qualche imbarazzo, soprattutto nelle file cattoliche, e qualcuno, con una nota politicamente trasversale, si dice pronto alle «barricate contro il governo».
L’annuncio del premier Monti di presentare un emendamento che chiarisce nuove norme sull’Ici, con la possibilità di far pagare la tassa sugli immobili anche al Vaticano per le proprietà dove non si svolga il culto, spariglia i fronti, tanto che la dichiarazione più scettica, e anzi polemica, ieri arrivava da un drappello di deputati di diversa fede politica: Maurizio Lupi (Udc), Ugo Sposetti (Pd), Gian Luca Galletti (Udc), tanto per citarne tre.
Se in Italia le poche critiche sono più che altro un invito alla prudenza, la svolta sull’Ici alla Chiesa sembra apprezzatissima in Europa: «Ci è pervenuta la proposta di Monti - ha fatto sapere il portavoce del commissario europeo alla concorrenza Joaquin Almunia - è una proposta che va costituire un progresso sensibile sul tema e mi auguro venga recepita».
Sull’esenzione della tassa sulla casa per la Chiesa, l’Unione europea aveva aperto una procedura d’infrazione contro l’Italia. Non basta un semplice annuncio a fermarla, ma le premesse sono accolte con grande favore a Bruxelles: «La procedura per noi è tuttora in corso e abbiamo preso nota dell’emendamento», ha chiarito ancora il portavoce di Almunia.
I firmatari della nota di avviso a Monti lamentano però un rischio, già emerso in queste ore: il «solito rigurgito anticlericale. Noi - avvertono Lupi, Sposetti e gli altri firmatari - non faremo gli spettatori e crediamo che tutti devono stare molto attenti, a cominciare dall’esecutivo». L’Ici alla Chiesa non deve comprendere, sottolineano, «quelle realtà che svolgono un’attività di valore pubblico». Anche il segretario del Pdl Angelino Alfano si augura che le nuove norme siano «non punitive per la Chiesa»: in tal caso «le valuteremo con favore. Non abbiamo ancora visto il testo dell’emendamento Ici, ma non abbiamo alcun pregiudizio».
Chiede prudenza il cattolico del Pd Giuseppe Fioroni, mentre il leader Udc Pier Ferdinando Casini, tra la difesa della Chiesa e di Monti, preferisce la seconda: «È giusto che gli immobili della Chiesa adibiti ad esercizi commerciali paghino l’Ici: la linea di Monti è ineccepibile», dice, pur precisando come sia giusto d’altro canto «sgravare le attività caritatevoli e assistenziali, iniziative benemerite della Chiesa, a cui per questo siamo grati».
È molto positivo anche il commento del presidente del Senato Renato Schifani. Il nuovo provvedimento ha il grande merito di fare chiarezza sulla materia: «La scelta del governo risolve un problema che si trascinava da anni». Proprio ieri si è svolto un incontro tra i governi dello Stato italiano e del Vaticano.

«Si è parlato di tutto - ha fatto sapere l’ambasciatore italiano presso la Santa Sede, Francesco Maria Greco - ma non di Ici». Secondo un dato dell’Anci, l’associazione dei Comuni, il valore stimato sulla tassa per gli immobili di proprietà della Chiesa si aggira intorno ai 600 milioni di euro.

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