Idea-Muti: esporterà a Salisburgo le opere del Settecento napoletano

Nella città di Mozart sarà protagonista con la Cherubini del Festival di Pentecoste

Alberto Cantù

da Salisburgo

Festspielhaus, ora di colazione, conferenza stampa nella sala dei Sostenitori del Festival. Tutti attorno a un grande tavolo a nutrirsi di golosità musicali (e no): giornalisti dall’Europa, Helga Rabl-Stadler, presidente del Festival da undici anni, il regista Jürgen Flimm che nel 2007 succederà come sovrintendente a Peter Ruzicka e il direttore artistico Markus Hinterhäuser che, un po’ austriaco e un po’ italiano, ha del ligure l’ironia (è nato a La Spezia) e dell’asburgico il rigore. Al centro in tutti i sensi siede Riccardo Muti con un progetto strepitoso che la cartella stampa, molto elegante, evidenzia: un olio settecentesco del Vesuvio in piena eruzione e, sopra, il logo art-déco del Salzburger Festspiel.
In gergo calcistico si potrebbe dire Austria batte Italia 3-0. Ovvero, dal 2007 al 2009 il Festival di Pentecoste - quello fondato da Karajan - avrà un nuovo e inaspettato corso. Permetterà di conoscere opere del Settecento napoletano mai eseguite fra XX e XXI secolo. Di riscoprire oratori, messe, opere serie e buffe di Alessandro Scarlatti e Domenico Cimarosa, di Tommaso Traetta e Leo Vinci tratte dagli archivi più preziosi al mondo: quelli napoletani del Chiostro dei Girolamini, un ordine religioso, e della Biblioteca del Conservatorio San Pietro a Maiella di cui fu primo direttore Giovanni Paisiello.
Archivi che traboccano di esemplari unici e hanno titoli settecenteschi a centinaia come sottolinea Flimm. Il viaggiatore curioso che ricorda la visita col priore del chiostro e «la possibilità di toccare con mano la musica di Scarlatti» sui vecchi fogli oblunghi; quella di Jommelli, Feo ed Hasse, un sassone votato al teatro visto che la moglie, Faustina Bordoni, fu uno tra i maggiori soprani belcantisti del XVIII secolo.
Studente educato nello spirito Napoli-Austria-Vienna, Muti ricorda «Scarlatti padre dell’opera del Settecento, Metastasio poeta cesareo a Vienna, Napoli che sotto Maria Carolina, figlia di Maria Teresa d’Austria, toccò vertici d’arte ineguagliati, un’Europa che sta perdendo la sua identità musicale: non solo l’Europa ma anche l’America, mentre in questo momento noi dobbiamo cercare una identità europea».
Il Festival di Pentecoste è in tandem col Ravenna Festival perché a proporre le opere, oltre a giovani cantanti italiani, sarà l’orchestra Cherubini con i suoi 67 elementi nostrani in fiore, che d’inverno stanno a Piacenza e d’estate, appunto, sono affaccendato complesso «in residenza» di Ravenna. Il programma del 2007 vede un oratorio di Alessandro Scarlatti (da definire) e l’opera buffa di Domenico Cimarosa Il ritorno di Calandrino, da Boccaccio, su libretto di quel Giuseppe Petrosellini che collaborò con Mozart alla Finta giardiniera.

Calandrino che da Roma, al teatro Valle, trionferà a Praga e Dresda perché nel Settecento il melodramma internazionale parla italiano nella lingua e napoletano nella musica tanto che Mozart - lo ricorda Muti - «cercò il successo a Napoli» mentre Vienna con Beethoven e compagni diventava capitale europea del concertismo ma anche città in adorazione verso Rossini. Il progetto è definito poco costoso perché si possono utilizzare partitura d’orchestra e parti autografe senza nulla stampare. Quanto ai quattrini, tranquilli: lo sponsor si troverà.

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