Roma - Clima teso ieri durante la conferenza stampa di presentazione della manovra economica. "Questo è proprio un cretino", ha detto Giulio Tremonti durante l’intervento del collega Renato Brunetta. Poi, resosi conto di aver esagerato, la riconciliazione. Tremonti abbracci Brunetta, ignaro di cosa sia successo, come rivela lo stesso ministro della Pubblica amministrazione: "È venuto Giulio e mi ha abbracciato, chiedendomi scusa".
L'insofferenza di Tremonti Il video è stato pubblicato da Repubblica.it e mostra un Tremonti agitato. Mentre Brunetta difendeva le misure sul pubblico impiego, il titolare dell’Economia, parlando con i vicini di posto, lo ha stroncato: "Questo è il tipico intervento suicida". La conferenza stampa sulla manovra è stata aperta dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, seguito dal ministro dell’Economia e poi dal responsabile dello Sviluppo economico, Paolo Romani. Quando è il turno di Brunetta, che illustra le misure sul pubblico impiego, Tremonti sembra subito insofferente. E si rivolge prima al ragionere generale dello Stato, Mario Canzio, poi al capo di gabinetto del suo ministero Vincenzo Fortunato. Ad un certo punto Canzio ha detto: "Anche perchè in una manovra complessiva di 34,9 miliardi, il pubblico impiego 0,6... è inutile che ne parli, no?". E Tremonti: "Eh, ma deve parlare". Critiche anche da Fortunato: "È un massacro". Infine Tremonti si rivolge al ministro del Welfare, Maurizio Sacconi. "Maurizio, è scemo eh?" gli dice Tremonti, e Sacconi risponde: "Non lo seguo neppure".
La riconciliazione Una querelle durata poco, visto che subito dopo la conferenza Tremonti è andato a scusarsi con Brunetta. "E' venuto Giulio e mi ha abbracciato, chiedendomi scusa. Io, però, non ho ancora capito cosa sia successo. Ma si sa, non sono veloce di comprendonio", ha ironizzato il ministro della Pubblica amministrazione.
La polemica sul fuorionda Poi Brunetta commenta: "Considero i fuorionda alla stregua di intercettazioni illegali". Il ministro ha poi proseguito con una metafora, paragonando quanto avvenuto con gli screzi all’interno di una redazione di giornale. "Se un cittadino normale arrivasse in un giornale verso le otto di sera e vedesse il clima che c’è e il nervosismo, dubiterebbe molto sulla possibilità di uscita del giornale. Immancabilmente il giornale esce. Bisogna giudicare il prodotto finale, che è la qualità del giornale".
Fuor di metafora, il prodotto finale è "una manovra che si appresta ad iniziare l’iter parlamentare e che vi assicuro sarà approvata entro sessanta giorni. Il resto sono accidenti nel senso filosofico del termine". E non ha risparmiato una battuta: "Forse Tremonti si riferiva a qualche direttore di giornale".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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