Cresce il numero degli immigrati nella provincia di Milano. A giugno è stata raggiunta quota 389mila, il triplo rispetto a otto anni fa. Di pari passo, cresce anche il numero degli irregolari. LHinterland ha guadagnato un record: il decimo rapporto sullimmigrazione straniera dellOsservatorio della Provincia di Milano, infatti, rivela una cifra superiore di tre volte al picco registrato lo scorso anno e del 60 per cento più elevata rispetto al livello pre sanatoria Bossi-Fini del gennaio 2002.
«Si sta verificando una ripresa dellirregolarità - denuncia Gian Carlo Blangiardo, demografo della Bicocca -. Pensiamo a unonda: dopo ogni regolarizzazione il numero diminuisce per poi crescere costantemente fino a raggiungere un picco, la situazione attuale». A Milano città oltre il 30 per cento degli irregolari è di origine asiatica, mentre più del 40 per cento è di provenienza Est europea. Tra questi ultimi spiccano due nazionalità: i romeni, irregolari in oltre un caso su tre, e gli ucraini, privi di permesso di soggiorno tre volte su dieci. I dati dellOsservatorio rivelano 87.600 irregolari nellarea della Provincia di cui 29.400 nella sola città di Milano. «Non esistono buoni e cattivi - precisa Blangiardo -, non si può fare una classifica delle etnie più virtuose. Di solito chi è qui da più tempo inizia un percorso che, piano piano, porta verso lanticamera dellintegrazione». Ma non tutti vogliono farlo, molti infatti nel cassetto conservano il sogno di poter tornare nel proprio Paese, per costruirsi un futuro diverso con la piccola fortuna accumulata in tanti anni di sacrifici. «Per questo - continua - non penso che la norma della Ferrero Amato che dà la possibilità di richiedere la nazionalità italiana dopo cinque anni, riscuoterà molto successo».
Nei comuni della provincia ogni 100 stranieri più di 60 sono uomini, a Milano invece, la quota di donne aumenta leggermente. I single vengono per lo più dallAfrica, mentre gli asiatici sono più propensi al matrimonio. Sotto la Madunina la maggiorparte degli immigrati è cattolica: circa due su cinque a fronte di uno su cinque che si professa musulmano. Questo rapporto però, si capovolge nei restanti comuni dove due quinti degli immigrati sono musulmani e soltanto tre stranieri ogni dieci sono cattolici.
In dieci anni i proprietari di case sono passati dal quattro al 19 per cento, mentre rimane stazionaria la porzione di quelli che sono riusciti ad aggiudicarsi un contratto a tempo indeterminato: solo uno su tre. Provengono dai Paesi più diversi gli immigrati che scelgono Milano per farsi una nuova vita: la varietà, infatti, è una delle caratteristiche più importanti tra quelle che emergono dallultimo rapporto dellOsservatorio della Provincia. «Ciò porta ricchezza, ma anche complessità».
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