Impronte ai rom, il Garante: discriminazioni

E' polemica sulla proposta del ministro dell'Interno Maroni che però ribadisce: "Andremo avanti fino in fondo". Critiche dal Consiglio europeo: "Sì al censimento dei minori, no alle impronte". Alemanno e la Moratti: "Così si tutelano i bimbi"

Impronte ai rom, il Garante: discriminazioni

Roma - E' polemica sulla proposta di Maroni per rilevare le impronte digitali ai rom (anche minorenni). A prendere posizione è il Garante per la protezione di dati personali che ha deciso di chiedere informazioni alle autorità competenti e in particolare ai Prefetto di Roma, Milano e Napoli (nominati Commissari straordinari di governo per l’emergenza rom) sull’eventuale ricorso a forme di rilevazione anche biometriche estese ai minori, per finalità di identificazione o di censimento di comunità di nomadi. Il Garante rileva, infatti, che tali modalità potrebbero coinvolgere delicati problemi di discriminazione, che possono toccare anche la dignità delle persone e specialmente dei minori.

Maroni: il governo andrà avanti Lo asicura il ministro dell'Interno: "Non ci faremo impressionare o fuorviare da chi esprime giudizi e conosce poco questa terribile realtà che fa dell’Italia uno dei Paesi più arretrati al mondo". Maroni, a margine della Conferenza programmatica dell’Anci, ha sostenuto che si tratta di una norma che punta al superamento dell’emergenza nomadi. "Rifiuto l’idea - ha detto il Ministro - che un Paese civile possa accettare di vedere minori che dividono lo spazio con i topi. Questo è quanto avviene nei campi nomadi. Coloro che hanno protestato, dall’Unicef in giù, dicano se sono d’accordo nel consentire che oggi in Italia nei campi nomadi i minori convivano con i topi". Il titolare del Viminale ha quindi sostenuto "io voglio affermare i diritti dell’infanzia, i diritti dei bambini di vivere una vita normale in condizioni decenti, senza essere inviati all’accattonaggio o peggio ancora". A questo punto Maroni ha voluto sottolineare che nel 2007 l’allora ministro Rosi Bindi disse che occorreva difendere i minori, anche ricorrendo alla rilevazione delle impronte digitali, "«oggi evidentemente l’allora ministro Bindi ha cambiato idea. Io ho preso spunto da lei, quindi continuerò su questa strada perchè è la strada giusta per garantire un diritto ai minori. Il resto sono polemiche politiche che dimenticano che la situazione in Italia oggi è drammatica".

Alemanno: così si tutelano i bimbi Non uno strumento per schedare i piccoli rom, ma per tutelarli. Così il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, vede la proposta: "E' volta non a registrare o schedare, ma a fare in modo che ci sia una protezione dei minori che spesso sono costretti a darsi all’accattonaggio, intescambiandoli da famiglia a famiglia ed evitando così le norme per la revoca della patria potestà".

La Moratti: può essere utile "Non ho visto il testo e quindi non mi sento di dare un giudizio approfondito ma la decisione di identificare i minori rom può anche andare incontro alla tutela dei bambini: l’identificazione può dare la possibilità alle forze dell’ordine e a quanti sono impegnati nel campo del sociale di capire chi sono questi bambini", dice anche il sindaco di Milano, Letizia Moratti.

Gasparri: pieno sostegno a Maroni "Sosteniamo con convinzione la proposta del ministro Maroni che punta alla tutela di tutti quei bambini vergognosamente sfruttati da genitori che li educano al furto e all’illegalità". Il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri, appoggia la proposta del ministro. "È dovere di un paese civile e democratico - sostiene Maroni - garantire le migliori condizioni soprattutto per i più piccoli, favorendone la scolarizzazione e il giusto inserimento in società. Ciò vale per gli italiani e deve anche valere per gli immigrati, verso i quali è nostro dovere soprattutto impedirne lo sfruttamento".

Critiche dal Consiglio europeo Il coordinatore del Consiglio europeo per le attività e i diritti dei rom, Henry Scicluna, si dice "contrario a questo provvedimento, fare un censimento per sapere quanti bambini vivono nelle città d’Italia è una buona cosa ma non condivido assolutamente che si debbano prendere le impronte digitali, in nessun paese dell’Unione europea succede questo - prosegue Scicluna - tutte le comunità rom che vivono in Europa devono unirsi e collaborare con istituzioni".

Le suore comboniane: moderna stella gialla Le missionarie si schierano decisamente contro la proposta. Secondo le missionarie si tratta di un’iniziativa che, lungi dal servire a difendere i piccoli zingari, ha il sapore del razzismo etnico, una sorta di moderna stella gialla che classifica da subito come delinquiteti i bambini zingari. "L’idea, non nuova a quanto ci sembra di ricordare suona comunque come una forma di razzismo etnico, ancora più doloroso proprio perchè rivolto verso minori, non si tiene conto del fatto che molti di questi bimbi frequentano le scuole e non si capisce perchè debbano, già così piccoli, sentirsi differenti, portatori di una stella gialla moderna che li segnali come probabili futuri delinquenti".

Il Pdci: Napolitano non firmi Rosalba Cesini, della segreteria nazionale del Pdci, si appella "al presidente Napolitano perché non firmi alcun atto contenente una norma palesemente razzista, che cancella secoli di civiltà giuridica e di tolleranza del nostro paese".

Secondo l'esponente comunista "i bambini rom si tutelano in altro modo, magari aumentando i fondi per l'inclusione sociale degli immigrati che invece sono stati tagliati di 50 milioni nel decreto che abolisce l'Ici. A quando - conclude Cesini - la decisione di prendere le impronte digitali anche a omosessuali e comunisti?".

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