«Incentivi, un grande risultato politico»

«Il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto-legge, su proposta dei ministri Tremonti, Scajola e Calderoli, che contiene importanti misure di sostegno all’attività produttiva e ai consumi, tese a migliorare la qualità della vita e dell’ambiente e la sicurezza del lavoro in un’ottica che premia settori e imprese maggiormente innovativi e che sostiene settori più colpiti di altri dalla congiuntura economica». Fin qui l’asciutto comunicato uscito ieri da Palazzo Chigi: il governo, quindi, mette sul piatto 420 milioni (120 dei quali per sgravi fiscali) a disposizione dei settori più colpiti dalla crisi, tra cui la nautica.
Presidente Albertoni, siete soddisfatti? O si poteva osare di più?
«Si può sempre fare di più... Però mi permetta di salutare con tutta la riconoscenza, mia personale e di Confindustria Nautica, il ministro Claudio Scajola, che si è prodigato fino all’inverosimile. È stato di parola. Con i rispettivi staff abbiamo fatto un grande lavoro. Sì, sono soddisfatto. È stato un lavoro lungo, difficile, ma che ha pagato».
Però sono soltanto 20 milioncini...
«Vero, ma si tratta di un grande risultato politico. Finalmente, e grazie a questo governo, alla nautica è stato riconosciuto per la prima volta nella storia lo status di comparto industriale rilevante per il Paese, al pari del tessile,
della meccanica, e altri ancora. Uno status che stiamo rivendicando da troppo tempo senza essere ascoltati».
Qualche imprenditore ha commentato: meglio tardi che mai...
«In effetti si poteva fare molto prima, e non certo per colpa di questo governo. Per troppo tempo noi imprenditori abbiamo investito nella nostre aziende, rischiando in proprio. Abbiamo esibito numeri, e carte in regola, per richiamare l’attenzione della politica. E alla fine scopri che sei solo, capisci che il prodotto che fai è visto con sospetto perché da sempre ritenuto un prodotto per ricchi, quasi escluso dal paniere del made in Italy».
Allora non rimane che attendere la circolare attuativa per saperne di più.
«Certamente. Ma sappiamo già che il decreto va nella direzione che avevamo auspicato: far ripartire i consumi e finanziare le aziende alle prese con i nuovi modelli, con le nuove tecnologie applicate agli stampi degli scafi. Aggiungo che il provvedimento arriva nel momento giusto. Oggi, infatti, i cantieri stanno già progettando i nuovi modelli che lanceranno nel 2011. Nel suo piccolo il decreto copre a 360° tutte le nostre richieste».
Nel suo piccolo?
«Non mi fraintenda. Sono perfettamente consapevole della scarsità di risorse, del rigore del ministro Giulio Tremonti, di un enorme debito pubblico.

So benissimo che non si può scialare. Ma sono sicuro che il comparto ripartirà a più livelli: attraverso il rilancio della piccola nautica e al contributo che la cantieristica potrà dare all’occupazione e al mantenimento delle quote di mercato export».

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