Incidenti in vetta Tre scalatori morti in Trentino e Alto Adige

Tre morti in poche ore. Con l’inizio della stagione estiva riparte la triste conta delle vittime degli incidenti in montagna: ieri mattina tre escursionisti sono stati coinvolti in tre distinti episodi sulle vette del Trentino e dell’Alto Adige. In Trentino una donna di 37 anni, Marianna Bergamin, di Casella d’Asolo (provincia di Treviso) è morta dopo essere precipitata mentre stava arrampicando con il fidanzato sulle Pale di San Martino, nelle Dolomiti. I due stavano risalendo la Via Gran Pilastro, a quota 2.400 metri. La donna era prima di cordata, probabilmente ha sbagliato itinerario (era la prima salita su quella parete) ed è finita fuori via, senza trovare la sosta. Ha piantato un chiodo, ma la roccia ha ceduto e la donna è volata per una decina di metri, sbattendo la testa e morendo sul colpo. Cercando di recuperarla, il ragazzo a sua volta si è ferito ed è stato trasportato all’ospedale di Feltre. La salma della 37enne è stata recuperata dal Soccorso alpino Primiero.
Due, invece, i morti in Alto Adige. Un alpinista di 33 anni di Merano, S.M., è morto mentre stava tentando la scalata al monte Ortles, sulle Alpi, la vetta più alta della regione (3.902 metri nel gruppo dell’Ortles-Cevedale, Parco nazionale dello Stelvio). Era in cordata con un amico e stavano risalendo la Via del Coston verso cima Hintergrat. Il corpo è stato recuperato dagli uomini del Soccorso alpino di Solda. Sul Catinaccio infine, Dolomiti di Fassa, un altoatesino di circa 45 anni è precipitato facendo un volo di 300 metri mentre con altri tre alpinisti stava risalendo una via del quinto grado, a quota 2.070 metri. Il gruppo era vicino al rifugio Bergamo, diretto alla cima Valbona.

L’escursionista è scivolato dal sentiero, considerato non particolarmente difficile. È intervenuto il Soccorso alpino di Tires.
Intanto per i prossimi giorni è annunciata un’ondata di caldo africano, all’inizio della settimana in molte città si raggiungeranno i 40 gradi.

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