Mai dal sarto con l'amante

Un libro edito da Mondadori e firmato dall'ottimo Tommaso Di Benedetto, intitolato A proposito di eleganza, ci offre lo spunto per iniziare questa rubrica che tratta e tratterà sempre di abbigliamento rigorosamente maschile. Non abbiamo la pretesa di scrivere la Bibbia dello stile, ma solo l'ambizione di fornire qualche suggerimento utile a evitare fragorose cadute di gusto. È noto. Nelle scuole si studia educazione civica, educazione musicale, educazione artistica; non si trascura nemmeno l'educazione fisica, ma si ignora completamente l'educazione estetica. Non saremo noi a colmare la lacuna, ma vogliamo provarci, precisando che l'eleganza è un obiettivo incerto e che, in ogni caso, si raggiunge a fatica e a prezzo di molti sbagli. Dedichiamo la prima lezioncina a una necessità imprescindibile. Quando un uomo decide di entrare in negozio o in sartoria non deve essere accompagnato da una signora. Può fare un'eccezione con la moglie, ma a una condizione: che questa non si atteggi a buona consigliera. Di norma una consorte è talmente logorata dal matrimonio da infischiarsene delle scelte del marito in materia di vestiti e non desidera mettervi becco. Attenzione all'amante. Non vi venga in mente di portarvela appresso. È pericolosissima. Primo. Anche la più chic non è in grado di distinguere un sarto da un costumista né di capire che un gentiluomo non è un manichino e neppure un indossatore da sfilata di moda. Secondo. L'indole femminile è quella di imporre all'uomo indumenti cosiddetti all'ultimo grido e di foggia giovanilistica, indossando i quali non solo sareste ridicoli, ma correreste il rischio di insospettire la vostra sposa. Già. Un marito che cambia abitudini nel vestire, nove volte su dieci è indotto a farlo da una presenza illegittima al suo fianco.