Bersani vuol comprare un pugno di grillini

Oggi inizia il conclave laico. Deputati e senatori chiusi dentro i palazzi del potere per eleggere i presidenti dei due rami del Parlamento, prologo di un eventuale accordo per formare un nuovo governo. Bersani, entrato Papa alle elezioni, è già stato bruciato dagli elettori. Non ha una maggioranza, alla Camera può farcela da solo grazie al ricco premio elettorale, al Senato è in balia degli eventi, non parliamo di un eventuale governo da lui guidato. Da tre settimane l'ormai ex leader del Pd tenta invano di convincere Grillo a un accordo contro natura. La risposta è sempre stata picche, con tanto di umilianti sberleffi. Così all'interno del Pd sta prendendo sostanza la schiera dei delusi che meglio avrebbero visto un accordo politico con il Pdl. Anche questa è una strada stretta e pericolosa, ma sicuramente meno avventurosa di quella imboccata da Bersani. Il quale, nelle ultime ore, risulta stia provando la mossa della disperazione: comperare, lui direbbe portare dalla sua parte, sedici senatori grillini per provare a governare da solo.

Non c'è da stupirsi, e il tentativo è meno velleitario di quanto appaia. Il prezzo degli uomini è a volte alto, ma quasi sempre c'è la possibilità di trovare un punto di intesa facendo leva sulle debolezze umane alle quali non sono estranei neppure i grillini che infatti vengono dalla Terra e non da Marte. Stipendi, notorietà, prestigio e voglia di fare sono argomenti che possono smuovere montagne, figuriamoci qualcuno, magari disoccupato o semplicemente ambizioso, dei 160 parlamentari 5 Stelle. Che in caso di scioglimento immediato delle Camere non hanno nessuna certezza di farci ritorno al prossimo giro.

Grillo ben conosce questo problema, tanto che ha già messo le mani avanti: qualcuno di voi mi tradirà, ha tuonato minacciando sfracelli. Mi auguro che l'ipotesi svanisca. O un governo vero e politico o nuove elezioni. E soprattutto, o uno o l'altro ma velocemente.