Roma È «non più controvertibile» la mancanza di prove a carico di Silvio Berlusconi nel filone romano dei processi per i diritti tv comprati da Mediaset. Così la Cassazione ha motivato ieri la definitiva assoluzione del Cavaliere, confermando il proscioglimento pronunciato dal giudice preliminare nel giugno scorso e respingendo il ricorso della Procura della capitale. Si tratta di un successo che la difesa di Berlusconi sta già cercando di fare valere anche nel filone milanese del processo, quello che vede l'ex premier davanti ai giudici d'appello dopo la condanna a 4 anni incassata in primo grado. Il tema del processo milanese, sostengono i legali, è sostanzialmente identico a quello romano, dove le prove sono state ritenute del tutto insussistenti sia dal gip che ora dalla Cassazione. E la formula della assoluzione romana «perché il fatto non sussiste» coincide di fatto con uno dei temi dell'appello di Ghedini e Longo: non vi fu frode fiscale perché Mediaset sostenne effettivamente i costi messi a bilancio.
Nell'ordinanza di non luogo a procedere, dopo avere esaminato anche gli atti della indagine gemella condotta a Milano, il gip di Roma aveva parlato di «un compendio probatorio ambivalente e contraddittorio, insuscettibile di sviluppo in sede dibattimentale».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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