DOMANDE & RISPOSTE

«Ci trattano come ladri di polli ma noi non stiamo rubando niente a nessuno». Mauro Bacchini giura di essere dalla parte di Le Corbusier, di averlo capito a tal punto da voler portare il bello nelle case di tutti. «Proprio come voleva lui». Contro di lui i grandi marchi, quelli che rivendicano il diritto esclusivo di produzione, che difendono l’autenticità, l’originalità, la qualità. Vista da fuori, quella di Bacchini sembra la lotta di Davide contro Golia. Da una parte un professore di architettura con il pallino del design per tutti, che nel 1981 fonda Cargo Hi Tech e dall’altra i grandi marchi.
Di cosa l’accusano?
«Di copiare, di imitare, di fare dei falsi. Ma non è così. Le nostre sono rivisitazioni».
Ma loro hanno l’esclusiva dei diritti d’autore.
«Ma non stiamo parlando di opere d’arte, di pezzi unici. Gli oggetti di design nascono per entrare nelle case di tutti. Le case stesse che rivendicano questo diritto producono in serie. La verità è che ci sono lobby che vogliono monopolizzare, assicurarsi dei diritti che non hanno. Bloccare la concorrenza».
Chi c’è dietro queste lobby?
«Due nomi, giusto per capire contro chi combatto. Montezemolo e Della Valle. Montezemolo ha fondato Charme, un fondo finanziario che comprende Poltrona Frau, Cappellini, Thonet, Cassina e Gufram».
Ma con le vostre «rivisitazioni» agli eredi non va nulla.
«Sono disposto a garantire una royalty agli eredi».
Avete appena perso una causa contro Cassina. Che farete ora?
«È vero, il giudice di Milano ci ha dato torno. Ma non è una sentenza. È un’ordinanza. Ci hanno sequestrato i mobili che riprendono quelli di Le Corbusier in attesa di una decisione definitiva. Ma non ci diamo per vinti. Basta dire che a Firenze un altro giudice ha dato ragione ad un’azienda che come noi riproduce rivisitazioni di grandi marchi di design».


Come è possibile?
«Semplicemente perché il giudice di Firenze non considera i mobili oggetti d’arte».
Ma cosa dice la norma?
«Le opere di design possono essere protette solo se i modelli sono stati registrati dall’inventore. Lo stabilisce anche una direttiva europea. E Le Corbusier non ha mai depositato nulla».

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