«Era prudente, apriva solo a chi conosceva»Raccontano i colleghi

«Un uomo estremamente prudente, al limite della paranoia che apriva solo se conosceva il cliente. Non riescono a capire come sia entrato il bandito». Massimo Barbato, vicino e collega della vittima, è piuttosto perplesso, conoscendo bene l'amico e la sua grande circospezione. «Non aveva bisogno di soldi, lavorava quasi per passatempo, tanto che non arrivava mai prima delle 10.30 e anche al pomeriggio non teneva aperto più di un paio di ore. Quindi se non si sentiva sicuro, quando qualcuno suonava rispondeva «è chiuso» e lo mandava via senza complimenti».
Un particolare che lascia aperti gli scenari più inquietanti, compreso quello che l'assassino, o gli assassini, fossero se non amici quanto meno conoscenti della vittima. «È solo un'ipotesi - riprende Massimo Barbato - ma vede Gianni, come lo chiamavano noi, ormai aveva il suo giro di clienti, trattava pochi oggetti di grande valore, perché oltre che gioielli erano anche antichi. E quando qualcuno suonava, lui faceva capolino dietro il bancone, si assicurava di conoscere la persona quindi apriva».
Un uomo sospettoso, , che potrebbe aver commesso un errore, anzi due: il secondo, reagire.

«Gianni era cintura nera di judo e forse questo l'ha tradito ha creduto di poter respingere l'assalto, magari il rapinatore era da solo, magari insieme a una donna, e provato a reagire, firmando la sua condanna a morte», conclude Massimo Barbato.

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