Falso medico insegnava il mestiere ai medici veri: scoperto dopo 5 anni

da Bolzano

Un falso medico tedesco avrebbe tenuto per cinque anni corsi di medicina d’emergenza ai medici del servizio sanitario altoatesino. Ora la Procura della Repubblica di Bolzano sta indagando contro l’uomo e sono già stati sequestrati documenti in diverse strutture sanitarie della provincia di Bolzano. Lo rivela il quotidiano in lingua tedesca di Bolzano Dolomiten e lo ha confermato il procuratore capo Cuno Tarfusser.
L’uomo - Klaus Rainer Dietrich, di Kempten, in Germania - è così indagato anche dalla Procura di Bolzano mentre nel suo Paese altre indagini sono in corso da tempo sul per presunto medico e sulla società di formazione sanitaria - Mtb - che aveva costituito. Non sarebbe laureato in medicina ma avrebbe falsificato un attestato di laurea della università di Varsavia. Tutta la vicenda, per quanto riguarda l’Alto Adige dove i corsi del presunto medico sarebbero cominciati nel 2001, è venuta a galla per le rivelazioni di un giornale tedesco online dove un famoso medico del posto commentava: «Pensate come riderà l’opinione pubblica venendo a sapere che i medici di tutte le cliniche altoatesine si sono fatti formare da uno che non è medico».
Da parte sua il «dottor» Dietrich è pentito: «Sto vivendo un dramma. Mi sono sempre comportato in buona fede. A tradirmi è stata la passione per questa professione».
Ma le cronache italiane sono piene di professionisti senza laurea. È la stessa angoscia con cui ha vissuto, per 20 anni, Peppe De Luca, professione ortopedico. A Latina il suo studio era uno dei più noti. Tante operazioni, più di cento ricorda ora lui, senza un solo errore. Infallibile. Ma senza laurea.
E una vita da clandestino, come Giuditta Russo. Giuditta ha mentito per 15 anni. Ha infilato ogni giorno le pratiche in una valigetta, vestita in tailleur, ha aperto studi, trovato clienti, chiesto onorari. Ma l’avvocato Russo non era avvocato. Era brava: 250 processi vinti. «Cioè tutti, fino all’ultimo. L’ho perso di proposito per non essere scoperta. Ai miei clienti ho detto di averlo vinto, con un risarcimento di 60mila euro. Pur di trovare quei soldi mi sono inventata una serie di investimenti.

Li ho proposti ad amici e parenti. E alla fine, per risarcirli, ho escogitato aste immobiliari inesistenti. Lì ho capito di essere al capolinea. Non volevo più mentire. Ho scritto una lettera aperta in cui chiedevo scusa a tutti».

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