L'eterno ritorno dei vecchi dorotei

Milano Cristo e Machiavelli. La fede di don Sturzo e De Gasperi e l'intrigare dei principi, da Mariano Rumor (nella foto) all'astuto Toni Bisaglia. Polvere dinamitarda mai diventata cenere, che fa discutere in un momento in cui la «c» della Dc potrebbe essere tradotta non solo con «cristiana» ma con «contemporanea». Dc, Democrazia contemporanea: quel «si stava meglio quando si stava peggio» serpeggia. Cristianesimo e machiavellismo: i due capisaldi dell'anima dorotea analizzata dal giornalista Giuliano Ramazzina nel libro Muoia Sansone ma non i dorotei. L'Italia degli irrottamabili, edito da Marcianum. Discussione caliente al circolo della Stampa tra i «pochi ma buoni» cimentatesi nell'analisi di uno spirito politico, tra cui i giornalisti Renzo Magosso e Alfredo Meocci, uno spirito «mai tramontato, anche se ha abbandonato Cristo per tenersi solo Machiavelli» ha detto Ramazzina, autore di un libro «doroteo», perché il titolo allude a una nostalgia per la politica cresciuta con la gente e per la gente, ma lo studio sposa una tesi contraria: i dorotei alla fine sono stati «cinici e spietati». Ritorna a galla il corpo della corrente Dc.

È giusto definirla corrente? Sembra che Dorotea sia stata l'unica vera «D» della Dc e l'unica anima doro - democratica sopravvissuta alle giudiziarie rivoluzioni trascorse dal 1992. Il doroteismo è vivo? «No» per Meocci. «Sì» per Ramazzina. Chissà: forse c'è un Sansone che non ha mai dimenticato Santa Dorotea?

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