Il Quirinale non può fare più sacrifici

Dopo l'articolo di ieri sullo stop del Quirinale a nuovi tagli, il sottosegretario alla presidenza della Repubblica ha scritto al Giornale per rettificare

Egregio Direttore,

riguardo all'articolo apparso ieri sul Giornale intitolato «Stop ai tagli di spesa al Quirinale. Giallo sul pressing di Re Giorgio», mi permetto di osservare che il titolo non corrisponde alla realtà dei fatti. Il Presidente Napolitano, infatti, non ha mai messo uno stop ai tagli di spesa del Quirinale, che ha invece sempre sollecitato e che sono infatti iniziati fin dal 2006, come può desumersi dalle note illustrative dei bilanci interni, pubblicate annualmente e consultabili sul sito del Quirinale.

Quanto all'asserito giallo, non ho alcuna difficoltà a precisare di avere inviato una memoria al ministro per i Rapporti con il Parlamento e al presidente delle Commissioni riunite Bilancio e Finanze del Senato esclusivamente per richiamare l'attenzione sugli effetti di un emendamento che, fermo restando l'ammontare complessivo della contribuzione al Tesoro da parte degli Organi costituzionali, si limitava a modificarne la ripartizione tra gli stessi. Un emendamento aumenta considerevolmente l'onere a carico del Quirinale e della Corte costituzionale e riduce per converso gli oneri a carico del Senato e della Camera, basandosi sul criterio, tipico dei tagli lineari, della mera proporzionalità rispetto all'importo nel 2013 delle rispettive dotazioni, senza tener conto delle economie realizzate in precedenza. E ciò in difformità da un accordo informale tra gli Organi costituzionali e il governo, promosso dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, accordo che aveva tra l'altro consentito al governo di evitare di assumere iniziative che potessero apparire lesive dell'autonomia degli Organi costituzionali, operando all'interno di una leale collaborazione istituzionale.

Aggiungo che la Segreteria generale, con lettera da me inviata in data 16 aprile 2014 al ministro dell'Economia e delle Finanze, si impegnava a ridurre di quattro milioni la dotazione a carico del bilancio dello Stato anche per il triennio 2015-2017, riportandola - nonostante l'inflazione maturata nel frattempo - al livello del 2007 (224 milioni di euro), con un risparmio complessivo per il bilancio dello Stato di 16 milioni di euro.

Posso infine assicurare che qualora il testo originario dell'articolo modificato dal Senato non sarà ripristinato, eventualmente anche nella legge di stabilità, questa Segreteria generale non mancherà di fare tutto il possibile per adeguarsi alle decisioni del Parlamento, garantendo al contempo la piena funzionalità di una struttura chiamata a supportare la suprema magistratura della Repubblica e a garantire la conservazione e la fruizione del patrimonio storico-artistico e naturalistico affidato alla sua cura.

Cordiali saluti.

Donato Marra,
Segretario Generale della Presidenza della Repubblica

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