«Opportunista chi tira la giacchetta a Monti, lo danneggia»

«Opportunista chi tira la giacchetta a Monti, lo danneggia»

Prendere tempo e ragionare «con calma». Perché «al momento non c'è alcuna fretta» se non quella «di scoprirsi e dare un vantaggio ai nostri competitor» che potrebbero così preparare le contromosse. Berlusconi resta sulla sua linea, nonostante da giorni molti big di via dell'Umiltà lo invitino a ufficializzare il ritorno in campo e Alfano risponda con un «credo proprio di sì» a chi gli chiede se il nome di Berlusconi sarà sulla scheda elettorale. L'ex premier però non ha fretta, non tanto perché non abbia deciso il da farsi quanto per la tempistica che considera «decisiva».
Allo stesso modo, trova imprudenti le parole di Casini, il volersi a tutti i costi attestare un Monti che con la battuta su quando l'Udc pose il veto alla sua riconferma all'Ue non sembra troppo gradire l'entusiasmo del leader centrista. Berlusconi ha apprezzato gli elogi arrivati ieri dal premier e sa che il cosiddetto «Monti dopo Monti» non si può escludere a priori, soprattutto nel caso in cui dalle urne non esca un risultato chiaro. Ma trova sbagliato continuare a «tirare per la giacchetta» il Prof, una cosa da «opportunisti» che non può che «danneggiarlo». Deve pensarla così anche Monti, altrimenti ieri - il giorno dopo l'endorsement casiniano - uno attento come lui a ogni parola non si sarebbe spinto a elogiare Berlusconi e Maroni ricordando che nel 2004 fu proprio l'Udc a porre il veto sulla sua riconferma a Commissario Ue.
Sono queste le ragioni per cui nei prossimi giorni il Cavaliere continuerà con la linea del low profile seguita nell'ultimo mese e mezzo, al punto che venerdì potrebbe anche rinunciare alla festa di Atreju. Un palcoscenico in cui forse farebbe fatica a tenere la sordina anche per come è strutturato (con le domande da parte dei giovani che siedono in platea). Non a caso, fu proprio in occasione della tre giorni della Giovane Italia organizzata a Fiuggi dalla Calabria che il Cavaliere uscì per la prima volta allo scoperto sul suo ritorno in campo.
Nessuna fretta, dunque. Berlusconi resterà ancora alla finestra. Come fa ormai da quel 22 giugno a Fiuggi, con la sola eccezione di un'intervista a Il Foglio il 31 agosto, dopo ben 71 giorni di silenzio. D'altra parte, se si vota a marzo o aprile non alcun senso anticipare le mosse quando ancora non si conosce la legge elettorale e mentre i competitor sono alle prese ognuno con i suoi problemi.
E per competitor Berlusconi si riferisce in primo luogo a Bersani, prigioniero di primarie il cui protagonista sembra essere Renzi e di un braccio di ferro con il Quirinale che - seppure sotto traccia - sta prendendo una brutta piega. Napolitano, infatti, è il primo sostenitore del «Monti dopo Monti» mentre il Pd, la vecchia guardia in particolare, non ci pensa proprio (significherebbe rinunciare non solo a Palazzo Chigi ma anche a molte poltrone ministeriali). Di qui lo scontro col Colle, piuttosto evidente a leggere tra le righe le ultime dichiarazioni di Bersani o D'Alema.
Ma competitor è pure Grillo che negli ultimi mesi - questo dicono i sondaggi di Alessandra Ghisleri - ha pescato tanto nel Pdl. E che adesso che è in calo potrebbe «restituire» qualcosa. L'ultimo sondaggio Swg vede infatti salire di un punto il Pdl (20%) e scendere di uno e mezzo Grillo (18,5). Non è un caso che Berlusconi abbia passato tutta l'estate a studiare uno a uno i comizi di Grillo e il suo linguaggio, convincendosi che dietro la sua strategia comunicativa ci sia una programmazione certosina. «Non va sottovalutato», ha ripetuto più volte. Il Cavaliere, però, è anche convinto si debba approfittare di quanto accaduto con il caso Favia, perché è questo «il momento di scoprire il bluff».
Di certo - ragionava nei giorni scorsi Berlusconi - bisogna tornare a parlare dei temi concreti, dell'economia e del fisco.

Insomma, «abbiamo fatto degli errori ma anche tante cose giuste di cui dobbiamo essere fieri» visto che pure Monti «ci è venuto dietro». «Dobbiamo puntare - spiega l'ex ministro Gelmini - a rivedere l'Irap, la detassazione dei premi di produttività e l'estensione del contratto aziendale».

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