Renzi: "Se Bersani fallisce inevitabile il voto"

Nell'ultima direzione nazionale del Pd non ha parlato. E in molti, nel suo partito, non l'hanno presa bene. Ora Matteo Renzi rompe il silenzio. Lo fa a "Che tempo che fa", su Raitre. Rispondendo alle domande di Fabio Fazio mette subito le mani avanti e chiarisce la sua fedeltà: "Tutto il Pd ha detto, vai avanti Bersani con gli otto punti. Io non sono molto ottimista ma spero che ce la faccia". Poi, a proposito del programma illustrato dal segretario, puntualizza: "Se Bersani aggiunge l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, non fa un atto di demagogia ma di serietà". A ben vedere anche questa è un'apertura forte al Movimento 5 Stelle.

Il sindaco-rottamatore, però, mette in guardia il centrosinistra: "Sarebbe un errore cercare di acquisire il consenso di Grillo con uno scambio di poltrone, un inciucione". E va avanti: "Sarebbe un errore anche considerare quello di Grillo un partito come tutti gli altri. Agli italiani - prosegue - non possiamo dire diamo una presidenza di commissione, ma capiamo che vi siete rotti le scatole, cambiamo noi rotta".

Ma come uscire dall'impasse politica che si è aperta appena usciti i risultati delle ultime elezioni? "Se non ci sarà il governo Bersani - puntualizza il sindaco - mi sembra naturale che si torni a votare. Prediligo qualsiasi soluzione che dia chiarezze: che siano le elezioni o un governo che faccia un piano sul lavoro e poi la legge elettorale". E quando Fabio Fazio gli chiede se, in caso di voto anticipato, serviranno nuove primarie per il centrosinistra, risponde in questo modo: "Assolutamente sì". Poi si toglie un sassolino dalle scarpe: "La prossima volta le facciamo aperte".

Il rottamatore non nasconde un certo fastidio quando gli chiedono quale risultato elettorale ci sarebbe stato se fosse stato lui a guidare il centrosinistra: "E' insopportabile vivere di rimpianti ed è difficile dire che cosa sarebbe successo". Poi non resiste e si toglie uno sfizio: "Avremmo potuto dire cose con più forza che avrebbero sgonfiato sia Pdl che Movimento 5 stelle". Ma la butta subito sul ridere: "Se ci fosse stato Renzi? Ormai è una barzelletta". E il sindaco sa bene che questo non è il momento più adatto a fare le battute.

"Bersani ha il diritto di provarci - insiste Renzi - il mio atteggiamento è stato di assoluta lealtà in un paese affetto da scilipotismo, che è il cambiare casacca. Non vorrei - puntualizza - che lo scilipotismo diventasse la caccia al grillino: adotta un grillino che passa perché lo abbiamo contestato quando lo facevano altri". E con l'ennesima battuta Renzi se la cava anche stavolta.

Il giorno dopo l'uscita pubblica in tv, da Fazio, arriva la risposta del responsbaile economico Pd, Stefano Fassina. In un'intervista a Repubblica dice che "Renzi mostra scarso rispetto per la comunità di cui fa parte e cavalca spregiudicatamente l’antipolitica, provando a ridicolizzare il Pd in una situazione certamente difficile". Poi va giù con l'accetta: "Non è l’atteggiamento appropriato per un grande leader". E insiste: "Abbiamo organismi democratici, forse Matteo preferisce la cura individuale".

Poi arriva una nota del Pd che bacchetta il rottamatore: "Chi ha seguito i lavori della direzione nazionale del Pd sa bene che il tema del finanziamento ai partiti è ben compreso negli otto punti approvati all'unanimità. Siamo intenzionati e pronti - prosegue la nota - a rivedere il finanziamento ai partiti, dentro a norme che riguardino anche essenziali garanzie di trasparenza e di democrazia nella loro vita interna.

In una democrazia costituzionale una formazione politica che si presenta alle elezioni per governare - sottolinea il Pd - dovrà pur dare qualche garanzia democratica. O forse è questo un tema meno rilevante rispetto a quello dei finanziamenti?".