Riforma del lavoro, Bersani: "Si cambi"

Il governo perde consensi. In parlamento, ovviamente. Il Pd, incalzato dalla Cgil, è pronto ad alzare le barricate contro la riforma del lavoro. "Ci sono cose buone ma anche cose da correggere - ha avvertito Pier Luigi Bersani - non possiamo accettare che in nessun caso, anche in caso di sospetti licenziamenti economici, la monetizzazione sia la soluzione esclusiva. Quello è un elemento basico e su questo noi non ci muoviamo". 

A Cernobbio il segretario del Partito democratico è tornato a criticare duramente l'impianto della riforma licenziata dal ministro del Welfare Elsa Fornero. "Non si pone il problema di non votare - ha puntualizzato Bersani - vogliamo votarlo ma cambiando qualcosa". Il segretario del Pd ha fatto sapere che il centrosinistra non vuole una soluzione uguale a quella precedente: "Il problema che poniamo è in quale direzione: noi siamo per il modello tedesco, ma la norma è più come quella americana". "Noi siamo in Europa, la Germania è quella che meglio funziona al mondo - si chiede il leader dei democratici - perché non dobbiamo assomigliare a loro dove le forme particolari di concertazioni sono rilevantissime?". Non appena Bersani è giunto a Cernobbio, il leader del Pdl Angelino Alfano lo ha invitato a sedersi al tavolo col presidente del Consiglio Mario Monti e col presidente di Confcommercio Carlo Sangalli.

"Se c’è una discussione attenta e serena in parlamento non credo ci siano motivi che possono dar vita a tensioni sociali", ha assicurato Bersani replicando all'intervento pronunciato in mattinata dalla Fornero proprio a Cernobbio.

Secondo il leader del Pd, se ci sono state mobilitazioni contro la riforma del lavoro e interventi di autorità morali è "perché il tema è delicato". "Le varie forze politiche rifletteranno. Non ne vogliamo fare una questione di bandiera del Pd - ha quindi concluso Bersani - cerchiamo di ragionare anche a noi di tanti lavoratori che non votano per noi".