Roma«Mi perdoni per qualche minuto». Silvio Berlusconi ferma lintervista e fa un sorriso tutto denti sul viso abbronzato. Esce per una conversazione importante nella stanza accanto e io resto con i suoi consiglieri nel salotto ufficiale, circondato dai pesanti mobili decorati in oro in stile barocco della residenza privata a Palazzo Grazioli, a pochi metri da piazza Venezia. (...)
Nellintervento fatto dopo tre mandati come presidente del Consiglio ha dichiarato: «Non ho ancora detto lultima parola. Raddoppierò la mia forza». Ora, colui che era - e cè chi dice che ancora è - luomo più potente della politica italiana viene chiamato durante lintervista per una consultazione urgente con il presidente del Senato, Renato Schifani, giunto al Palazzo. Berlusconi, che sta a capo del partito Popolo della Libertà, il più grande partito al Parlamento italiano, gode ancora di enorme influenza. Cinque mesi fa, dopo aver perso la sua maggioranza assoluta alla Camera, con le borse che crollavano sullo sfondo e i titoli di Stato che battevano record negativi, Berlusconi si è trovato costretto a dimettersi e lasciare il posto allo stimato economista Mario Monti. Ora, un po più stanco, liberato da alcuni altri guai giuridici finiti con blande assoluzioni e dai brutti titoli di giornali che lo crocifiggevano, Berlusconi si sta godendo la nuova posizione - fuori dalle linee del campo, ma sempre il potente manager della sua squadra.
Quando gli chiedo di un suo eventuale ritorno ad un ruolo al fronte, magari come presidente della Repubblica, si raddrizza nella poltrona e si affretta a negare.
«Io? Presidente? Assolutamente no. Non se ne parla. Né ho alcuna intenzione di ricandidarmi a presidente del Consiglio. Sarebbe la sesta volta, e questo è veramente troppo. Credo che nel quadro attuale, come padre del partito posso essere più utile».
Berlusconi, 76 anni, «il leader più solare» come lo ha denominato il presidente Peres, non ha perso il suo famoso carisma. (...) È un padrone di casa generoso, che si fa in quattro per conquistarsi linterlocutore. Arriva allincontro con un lieve ritardo. «Mi deve scusare», dice, «ci tenevo a raccogliere per Lei fotografie scattate negli anni con leader israeliani».
(...) Nel «mondo secondo Berlusconi» egli è ancora un leader ammirato e stimato, e tutto quello che è andato male nel suo Paese non era per causa sua, ma per la struttura costituzionale che non gli permetteva di governare; tutto quello che è andato male nella sua vita privata non è dipeso da lui o dai suoi difetti, bensì dalla giustizia che lo perseguita. «Non devo giustificare nulla a nessuno, nei miei confronti si è svolta una campagna enorme di distruzione, condotta come sempre dalla Procura di Milano, che ha leso limmagine del mio governo e quella mia personale. Questa campagna di menzogne, basata sulle diffamazioni, è stata rivolta contro di me, ma io non ho nulla da rimpiangere. Qualsiasi cosa avvenuta si è svolta in presenza dei miei figli, di sei camerieri, dei musicisti e delle mie guardie del corpo. Non ho mai fatto nulla che si possa definire inelegante. Sono tutte invenzioni. Non ho nulla da farmi perdonare».
(...)Berlusconi, bisogna ammetterlo, ha veramente portato ad un cambiamento fondamentale nelle relazioni tra Israele ed Italia, è stato un vero amico dei governi israeliani e ne ha rappresentato costantemente le posizioni in fori europei ed internazionali. «Nelle visite che effettuate in Israele mi è stata data la possibilità di camminare nelle strade di Tel Aviv e di Gerusalemme e sono sempre stato accolto con grande entusiasmo» - ricorda con nostalgia. «Ci sono dei Paesi in cui il pubblico ha seguito in modo particolare la mia politica, e vi sono molti Paesi in cui la gente mi chiama Silvio, non mi chiama neppure Berlusconi!».
Lei pensa che ora vi sarà un cambiamento nellatteggiamento del governo italiano nei confronti di Israele?
«Sotto la mia guida la politica estera italiana ha creato un equilibrio nella nostra posizione verso il Medio Oriente. Le relazioni tra il mio governo ed Israele, ed i miei rapporti personali con tutti i capi di governo israeliani negli anni sono sempre stati importanti e comprendevano una profonda amicizia. In cuor mio, ho sempre visto Israele come parte dellEuropa, parte dellOccidente, un avamposto di libertà in unarea che è ancora alla ricerca della democrazia. Sono convinto che i rapporti damicizia con Israele siano un fatto compiuto, abituale oggigiorno nella politica estera italiana e tali resteranno anche in futuro».
Da persona che conosce da vicino i leader israeliani e molti leader del mondo arabo: cosa ne pensa quando sente parlare della possibilità di un attacco israeliano alla luce della minaccia iraniana?
«La nostra più grande aspirazione è che non si giunga a tale situazione. Questa è una possibilità da temere, poiché potrebbe condurre ad un deterioramento in Medio Oriente, e non solo lì. Va detto in modo chiaro, e che lIran lo comprenda bene, che Israele è pronto ad unazione militare, per far sì che la parte iraniana si comporti con saggezza. Condivido la vostra preoccupazione e quella del primo ministro Netanyahu. Un Iran nucleare è una minaccia alla pace mondiale».
(...) Oltre che Israele, un altro Paese in cui Berlusconi è accolto benevolmente è la Russia, dove si è recato subito dopo la rielezione di Putin a presidente. Ascoltando il tono di voce profondamente solidale di Berlusconi, si può comprendere da dove proviene il caloroso rapporto tra i due. Quando parla del collega russo, è come se Berlusconi parlasse di sé. «Ho unamicizia molto profonda con Putin. È una persona adorabile, in netto contrasto con limmagine pubblica che gli hanno appioppato. È una persona con dei forti sentimenti, modesto, molto vicino ai cittadini, un uomo normale».
(...) A differenza di quanto avvenuto in Libia, lEuropa ha deciso di non agire militarmente in Siria. Crede che unoffensiva del genere sia possibile?
«Un intervento in Siria richiede condizioni di politica internazionale che al momento non sono mature. Seguo con orrore le notizie della guerra e dei bombardamenti sui civili. Seguo pure gli sforzi delle Nazioni Unite e della comunità internazionale perché si consolidi unalternativa credibile al regime di Assad che ormai non ha alcun futuro».
Solo quando il colloquio passa ai grovigli giudiziari - commerciali e personali - che accompagnano Berlusconi ovunque, pare che lo stagionato politico perda la calma ed il famoso sorriso. (...) «Dal momento in cui sono entrato in politica e mi sono confrontato con la sinistra comunista, è partita contro di me una campagna mediante la giustizia. Contro di me si sono svolte 2.604 udienze in corti, in cause contro le aziende di mia proprietà e contro di me personalmente. Ho speso 418 milioni di euro in servizi di avvocati e consulenti. Oltre mille magistrati, dei novemila del sistema giudiziario italiano, si sono occupati di cause contro di me. Ma non sono mai stato trovato colpevole in maniera definitiva, sono sempre risultato innocente. Tentano di espellermi dallarena politica mediante il sistema giudiziario. Questo è un fenomeno che, purtroppo, non viene capito fuori dallItalia».
Oltre alla sinistra, Berlusconi punta il dito anche contro la struttura dellamministrazione italiana che, secondo lui, gli ha impedito di svolgere il suo ruolo come doveva. «I padri fondatori della Repubblica dopo lera del fascismo - per impedire alla storia di ripetersi - avevano diviso i poteri in un modo tale che non dava al governo alcun potere. Il potere è andato alla Camera, al presidente della Repubblica ed allautorità giudiziaria. Il presidente del Consiglio non ha nemmeno il potere di sostituire un ministro. (...) Prima di me, tutti i governi dItalia sono riusciti a sopravvivere per una media di undici mesi. Solo io, con la mia infinita pazienza e lautorevolezza personale, sono riuscito a governare per dieci anni. (...) In fin dei conti, questo è stato anche il motivo per cui mi sono dimesso. Non è stato per via degli attacchi esagerati da parte dei media del Paese - sono forte e sono abituato. Avrei potuto sopportarlo facilmente. Non è stato nemmeno per via del crollo della borsa, come hanno detto. Sapevo che non era colpa mia e potevo continuare. Lunico motivo per cui mi sono ritirato è che ho capito che solo un governo di tecnici che approvasse leggi insieme allopposizione, sarebbe riuscito a portare a termine le importanti riforme economiche che lEuropa ci stava chiedendo, e, soprattutto, avrebbe cambiato larchitettura istituzionale».
La Grecia e leuro sono fuori pericolo?
«Salvare la Grecia è stato un compito duro, che pare stia ora sulla strada giusta. La moneta unita si è probabilmente salvata. Credo non ci sia altra alternativa se non quella delleuro. Non si può pensare di ritornare indietro. Al contempo, laver salvato la Grecia non significa che lEuropa si sia liberata dai motivi che hanno portato la sua economia allorlo del crollo».
Nonostante le numerose lamentele di Berlusconi sulla politica italiana, non pare che si affretti a lasciare larena. E ne ha buoni motivi. (...) Ma se Berlusconi vuole passare alle pagine della storia come un leader significativo dellItalia, deve prima di tutto trovare il modo per cancellare due parole che ormai sono fortemente collegate alla sua immagine: Bunga Bunga.
(...) «La verità è che offrivo cene aperte a tutti, cene particolari dove erano presenti anche ragazze appartenenti ai gruppi dappoggio Silvio ci manchi e Meno male che Silvio cè. Loro portavano le loro amiche. Devo dire che ero molto contento che in queste cene intorno a me vi fossero tante belle ragazze, ma cerano cene in cui erano presenti maschi, cene con politici. Offrivo le cene ogni sabato sera, perché radunavo insieme le persone in modo da poter evitare di incontrarle privatamente. Se controlla la mia agenda e cerca il numero di persone che chiedono di incontrarmi ogni giorno, vedrà che si tratta di 47 ogni giorno. Io non sono in grado di fare tanti incontri, perciò cosa faccio? Invito a cena tutti in una volta». (...) «Ma guardi un po, in Italia laffare non ha leso la mia popolarità in alcun modo. Tutti mi conoscono, tutti sanno chi sono, e tutti sanno come funziona il sistema giudiziario. Nessuno crede a queste accuse. Fuori dallItalia, invece, non è facile capire. Allestero i giudici non vengono concepiti come rivali politici, sicché cè chi crede alle calunnie che mi fanno. LItalia è affetta da un sistema giudiziario politicizzato, e questo è proprio un cancro dello Stato. E i media di sinistra si precipitano a collaborare».
(...) Per i tifosi del Milan ha una notizia: «Credo che ora tornerò ad occuparmi della squadra che, insieme a me, ha conquistato il più alto numero di titoli nella storia del calcio.
Cè un giorno di tutto il tempo trascorso da presidente del Consiglio che porterà con sé per leternità?
«Ce ne sono stati tanti, ma Le dico quale è stato il giorno più bello: lultimo».
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