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Si riapre il giallo sul sindacalista ucciso 64 anni fa

Si riapre il giallo sul sindacalista  ucciso 64 anni fa

Placido di nome, ma non di fatto. Rizzotto «u’ sinnacalista» aveva 34 anni: un’età che, nell’Italia del dopoguerra, era l’età degli uomini veri. E Placido Rizzotto (nella foto) non era solo un uomo vero, ma anche un vero uomo. Uno che per difendere gli interessi dei contadini non esitò a sfidare il boss Luciano Liggio che, nella Corleone del 1948, era cento volte più forte dello Stato. E infatti Rizzotto, su ordine di Liggio, fu sequestrato e ucciso la sera del 10 marzo di 64 anni. Il cadavere trucidato di Rizzotto fu gettato in una foiba a Rocca Busamba, nelle campagne attorno a Corleone. Per 61 anni il corpo rimase in quel fosso, invisibile agli uomini e dimenticato da Dio; finché, nel 2009, i resti di Placido vennero ritrovati senza però che fossero messi immediatamente in relazione con il mistero dell’omicidio Rizzoto.

Ma oggi, finalmente, è arrivata la conferma dal laboratorio della polizia scientifica di Palermo: le ossa recuperate il 7 settembre di tre anni fa dai poliziotti del commissariato di Corleone appartengono proprio a Placido Rizzotto; decisiva si è rivelata la comparazione dei reperti rinvenuti nella foiba con quelli, riesumati, del padre di Rizzotto. La Cgil oggi chiede la riapertura delle indagini per accertare la verità su un delitto ancora dai troppi lati oscuri.

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