«Spaccatura inevitabile se ci si allea con il Pd»

Assurdo abdicare ora che ci sono grandi spazi

«Spaccatura inevitabile se ci si allea con il Pd»

Roma«Non giriamoci attorno: se si avallasse un governo con la sinistra per la prossima legislatura, il Pdl si spaccherebbe». Il tweet è di Massimo Corsaro, vicecapogruppo vicario del Pdl alla Camera. Ed è piuttosto eloquente. Siete pronti a fare armi e bagagli se davvero l’intenzione del Cavaliere fosse quella di ragionare su una grande coalizione per il dopo 2013?
«Certamente c’è una nutrita parte del partito che non è disponibile ad accettare “soluzioni-frittata”. E, se questa davvero fosse la strada, di certo il Pdl finirebbe per spaccarsi. Ma, ci tengo a dirlo, non per ritornare al vecchio assetto Forza Italia-An. È vero, gli ex An come il sottoscritto, sono più politicamente motivati a ritrovare uno spirito identitario, ma ci sono moltissimi ex azzurri che la pensano esattamente come me e che sono fermamente contrari a qualsiasi ipotesi di grande coalizione post elezioni 2013».
Sui giornali si è letto che il «Piano B» sarebbe in fase avanzata e che, in caso si rendesse necessario, siete già pronti a mollare le ancore e sganciarvi dal Pdl...
«Formalmente, in termini concreti direi ancora no. Ma è chiaro che, vista la situazione e l’insofferenza di molti verso questo governo, ci si sta guardando intorno e ci si confronta. Per contarsi e per capire che fare come è normale che sia. Anche se l’auspicio di tutti resta quello di fare la campagna elettorale con il Pdl e insieme a Berlusconi».
Vi siete dati dei tempi?
«Sono quelli imposti dall’eventuale riforma della legge elettorale, perché capire come si voterà è determinante, e quelli dovuti alla scadenza della legislatura. A settembre, dunque, avremo le idee più chiare perché si riuscirà finalmente a capire se il Pdl vuole correre alle elezioni per cercare di vincere o se invece tentenna ancora perché c’è davvero la tentazione del pateracchio. Che, lo devo dire, sarebbe una vera assurdità».
Cos’è che non la convince dell’ipotesi grande coalizione?
«Non so se potremmo essere ancora maggioranza nel 2013, quel che so è che voglio continuare a interpretare l’area del Paese di centrodestra in cui mi sono sempre riconosciuto. Peraltro abdicare adesso sarebbe insensato visto - che con Fini che si è squagliato, la Lega che è in crisi e Montezemolo che fa fatica - potrebbero aprirsi spazi insperati».
Ha parlato di Pdl tentennante. Qualche responsabilità ce l’avrà anche il gruppo dirigente di cui lei fa parte?
«Al netto del fatto che la comunicazione sul governo è strabica e molto affettuosa, abbiamo fatto anche noi i nostri errori. Soprattutto nel rimandare sempre le azioni incisive: prima per lo spread, poi per il vertice Ue o per le riforme.

Ecco, forse potremmo iniziare proprio dal semipresidenzialismo a misurare di qui in avanti la coerenza del Pdl. Si vada dritto al punto senza tentennamenti, altrimenti finiremmo per comportarci di nuovo come dei Fini qualunque».

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