Zio Michele: «Se condannano Cosima e Sabrina mi ammazzo»

Il processo per l'uccisione di Sarah Scazzi si avvicina al suo primo verdetto. Lo sprint finale lo ha dato in apertura di udienza il presidente del Tribunale di Taranto, Antonio Morelli, rigettando la richiesta di astensione del presidente della Corte di Assise, Cesarina Trunfio, e del giudice a latere, Fulvia Misserini, decisa dopo la diffusione delle immagini di un «fuori onda» del 19 marzo, prima dell'inizio dell'udienza, contenente un breve dialogo tra i due giudici togati. Inanti da casa Misseri, è proprio zio Michele che decide di parlare in un'intervista al Corriere del mezzogiorno e si lamenta della solitudine. «Loro mi mancano, soffro tanto di solitudine». Da quasi due anni infatti Michele Misseri lotta per un'impresa ardua: liberare dalla prigionia la moglie Cosima e la figlia Sabrina, accusate di avere ucciso la nipote Sarah Scazzi, e farsi arrestare per l'omicidio che lui dice di aver commesso. Lui prefigura così l'esito finale del processo: «Alla fine - dice - ci saranno quattro innocenti in galera e un colpevole fuori e io a quel punto la farò finita».

Ad essere condannate ingiustamente, secondo il contadino di Avetrana, saranno Sabrina e Cosima per l'omicidio e Carmine Misseri e Cosimo Cosma, fratello e nipote, per la soppressione del corpo della quindicenne uccisa.

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