Iran La Clinton avverte Ahmadinejad: «Sul nucleare non aspetteremo all’infinito»

Hillary Clinton alza la pressione sull’Iran, segnalando che il tempo del negoziato sul nucleare non è illimitato. «La comunità internazionale - ha detto da Londra, dove ha iniziato una missione di cinque giorni in Europa - non aspetterà all’infinito per vedere la prova che l’Iran è pronto a rispettare i suoi obblighi internazionali». Ovvero, che non sta costruendo ordigni nucleari. Il segretario di Stato Usa ha definito «costruttivo» l’incontro avvenuto il primo ottobre a Ginevra tra l’Iran e le sei potenze che negoziano sul nucleare, ma ha aggiunto che «le parole non bastano». Il ministro degli Esteri britannico David Miliband, che ha incontrato la Clinton e poi ha tenuto con lei una conferenza stampa, ha affermato che l’Iran «non avrà un’occasione migliore» per stabilire normali rapporti con il resto del mondo e che «deve iniziare a comportarsi come un Paese normale».
La Gran Bretagna e gli Usa sono parte del gruppo dei sei che tentano la strada diplomatica con Teheran. A Ginevra l’Iran ha accettato di consentire all’Onu di ispezionare un nuovo impianto per l’arricchimento dell’uranio nei pressi della città di Qom. Quell’intesa ha per il momento evitato immediate, più dure sanzioni.
Ma nella conferenza stampa, la Clinton ha colto l’occasione per criticare Teheran anche sulla gestione delle proteste che hanno seguito le elezioni presidenziali di giugno, all’indomani delle condanne a morte di tre partecipanti alle proteste. «La tragedia dell’Iran è che è un Paese con una storia così grande... ha paura del suo stesso popolo. Il modo in cui usano prigioni segrete, detenzioni e processi esemplari, riflette la consapevolezza del malcontento che la gente ha verso la propria leadership», ha detto. Intanto, dopo l’impiccagione ieri di un giovane iraniano condannato per un omicidio commesso a 17 anni, l’Italia ha rivolto un appello a Teheran affinché sospenda le altre esecuzioni, sottolineando - nelle parole del ministro degli Esteri Franco Frattini - che sospendere altre esecuzioni avrebbe effetti positivi anche per il negoziato nucleare.

La salvaguardia della vita umana e dei diritti fondamentali della persona - ha dichiarato Frattini esprimendo sconcerto per l’ultima esecuzione capitale - costituiscono una premessa necessaria per consolidare il clima di fiducia apertosi con il negoziato sulla questione nucleare. Un negoziato - ha aggiunto - che non può ignorare i diritti umani.

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