LOlimpiade di Monaco del 1972, con lirruzione di otto terroristi palestinesi nel ritiro israeliano e la conseguente scia di sangue, è il caso più eclatante. I Giochi di Salt Lake City del 2002, caratterizzati dallaltissima tensione dopo l11 settembre appena trascorso, sono lesempio più recente.
Purtroppo le grandi manifestazioni sportive e il loro appeal mediatico sono spesso loccasione per esasperare i temi di politica internazionale più scottanti. Questa volta è il turno dellIran. Lestremismo di Ahmadinejad e la crisi con gli Stati Uniti, legata al programma nucleare portato avanti dalla repubblica islamica, saranno ingombranti compagni per le gesta sportive di Mahdavikia e degli altri giocatori.
Oggi è previsto lesordio contro il Messico, affidato allarbitro Rosetti, chiamato a una direzione difficile e delicata. Ma la vigilia è stata agitata dalla polemica politica. La presidente della comunità ebraica tedesca, Charlotte Knobloch, ha tuonato contro lapparente lassismo delle autorità riguardo il pericolo di una commistione tra Ahmadinedjad e il fanatismo neonazista. «La Germania non può restare inerte - ha detto -.
Intanto, si ipotizza che il leader islamico possa raggiungere la squadra, in caso di qualificazione dellIran alla seconda fase. Il clima, comunque, è già incandescente e lo sport relegato sullo sfondo, sfuocato.
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