Dal 1998 trascorro alcuni mesi dellanno a Rio de Janeiro. Mi permetto, quindi, di dire la mia sul probabile risultato del voto degli italiani residenti allestero nel Sud America. Le elezioni politiche del 9 aprile sono oramai alle porte e noto che molti nel centrodestra si illudono in merito allesito del voto. Formulo due osservazioni: a) la sinistra, che per quaranta anni si è ferocemente opposta alla concessione di tale voto, ha cambiato idea solo dopo aver avuto la ragionevole certezza di un suo possibile risultato elettorale; b) a tal fine essa ha saputo meritoriamente lavorare nellAmerica Latina (specie in Brasile e Uruguay) attraverso patronati e sindacati(Cgil e Uil), istituti italiani di cultura (i direttori sono quasi tutti di sinistra), Istituti di commercio estero, visite continue di uomini politici (DAlema è spesso qui, Bertinotti lo si incontra agevolmente a Ipanema o a Porto Alegre), e anche attraverso Rai International, che, pur essendo diretta da una ottima persona di destra professionalmente molto capace, continua il suo lavoro di disinformazione e di attacchi continui al Governo Berlusconi; non parliamo, infine, di alcuni Consoli e del personale consolare! La rivista «Comunità Italiana» (A maior midia da comunidade italo-brasileira) di specchiata fede comunista e faziosamente antigovernativa, si presenta (grazie a un Console italiano) sotto legida dellIstituto italiano di cultura di Rio, organo ufficiale del Governo italiano, ed è vicinissima a rispettabili comunisti che non fanno mancare il loro obolo alla Causa, cosí come fanno le virtuose cooperative rosse in Italia. Le liste civiche propugnate dallottimo e generoso ministro Tremaglia forse servono a ben poco: sono inquinabili prima e non controllabili dopo.
In Sudamerica si votano le persone, con la loro storia, le loro idee, i loro programmi. Né si possono sottovalutare gli aiuti che in ogni forma i Governi Lula, Chavez e Kirchen sono pronti a dare alla così detta Unione.Avvocato dello Stato in pensione e-mail
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