«Gli italiani imposti dallalto» laccusa che fa irritare Müller
31 Agosto 2005 - 00:00Un quotidiano ha tirato in ballo Buttiglione e il selezionatore non lha mandata giù
da Venezia
Ministeriale o no? È in corso unaguzza polemica tra il direttore della Mostra, Marco Müller, e il critico del Messaggero, Fabio Ferzetti. A base di repliche e controrepliche. Tutto comincia domenica, quando il quotidiano romano così maliziosamente titola lintervista a Müller: «A Venezia un festival come ministero comanda». Ovvero: il ministro Buttiglione chiede più film italiani e il direttore ubbidisce. Leggiamo il passo incriminato: «Mai visto che Venezia non avesse tre film italiani in concorso. Il nostro azionista di maggioranza, il ministro della Cultura, è stato chiaro. Va bene diminuire il numero totale dei film, ma ci devono essere almeno sette italiani in selezione ufficiale, cioè un ottavo dellinsieme». In realtà i titoli italiani sono dieci, a includervi Mary di Abel Ferrara.
Il giorno dopo, letta lintervista, Müller rilascia alle agenzie piccate dichiarazioni. Del tipo: «Non si raccontino storie sul fatto che noi della Mostra saremmo i ministeriali che ricevono ordini e tutti gli altri sono liberi pensatori. Bisogna avere il senso della realtà e della storia. Quando mai festival grandi come Cannes e Berlino non riservano uno spazio privilegiato al proprio cinema nazionale?». Dunque: «Se anche questa è la funzione dei festival, noi abbiamo il compito di esaltare la visibilità del cinema italiano». In effetti, può non piacere, ma è andata sempre così: fino a due anni fa con de Hadeln, prima con Barbera, Laudadio, Pontecorvo, Biraghi, Rondi, eccetera. Ferzetti, però, non ci sta. E attacca: «Müller non accetta ordini da nessuno, né accetta inutili provocazioni. Buon per lui.