L’accusa a Scalfaro: «Orchestrò il golpe nel ’94»

La ferita è di quelle che non si dimenticano e bruciano ancora sulla pelle del presidente del Consiglio. Una ferita che risale a più di dieci anni fa ma che non si è ancora rimarginata anche perché gli attori di allora sono ancora protagonisti della politica di oggi. E perché lo spirito illiberale che animava i suoi oppositori, assicura il premier, è ancora lo stesso. Così davanti alla platea azzurra di Cagliari Silvio Berlusconi rievoca ancora una volta la caduta del suo primo governo. Non per un fisiologico avvicendamento o per vicende legate a qualche sia pur travagliato trambusto politico, ma per un fatto che con la normale vita parlamentare ben poco aveva a che spartire. «Nel '94 ci fu un golpe - tuona il capo del governo riferendosi all’avviso di garanzia che gli fu recapitato mentre era in corso un vertice internazionale a Napoli -. Il presidente della Repubblica disse a Bossi: “Berlusconi è nel baratro, non finirci anche tu”». Un retroscena che coinvolge dunque l’allora inquilino del Quirinale, Oscar Luigi Scalfaro.

«Eppure io da quelle accuse, sette anni dopo - ha aggiunto il presidente del Consiglio - sono stato assolto. Ma gli italiani, nel frattempo, non ci videro più al governo. Ecco, se vincesse la sinistra tutta l’Italia sarebbe sotto l’emblema della falce e del martello».

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