A volte capita. Una magia, un ritorno incantato di un passato che sembrava irripetibile. Accade quest'anno a Vienna, nel 150° anniversario della nascita di Gustav Klimt, il grande pittore tra i fondatori dello Jugendstil, il Liberty austriaco, e della Secessione, un movimento il cui motto si legge sulla facciata del palazzo, sede storica del gruppo: «A ogni epoca la sua arte, all'arte la sua libertà». L'esplosione di modernità e impegno artistico di un secolo fa si ripete oggi grazie a un'effervescenza di committenti, intellettuali e designer, e a un rinnovato gusto della progettazione urbana. Chi pensa a Vienna come a una sonnacchiosa reduce dell'Impero austroungarico, deve rifare i conti. Vienna è vivissima.
Dunque Klimt, al quale la città dedica mostre strepitose. Il Mak, Museo di arti applicate, conserva i 9 disegni per Palazzo Stoclet a Bruxelles. Moderno (e buono) il ristorante interno Oesterreicher im Mak (da 35 euro). Il Wien Museum espone 400 disegni e l'Albertina 170 lavori su carta (entrambi fino a giugno). Interessante il distretto di design MQ, che raggruppa negozi e musei, tra cui il Leopold con un Klimt privato: lettere e foto inedite (fino al 27.8). Ancora suoi gli stupefacenti dipinti sopra le arcate del Kunsthistorisches Museum; al Belvedere Superiore, la più vasta raccolta di oli, tra cui «Il Bacio», capolavoro assoluto.
Si soggiorna all'Hotel Daniel, 115 camere essenziali (da 105 euro), una hall come un loft newyorkese (www.hoteldaniel.com). O al Topazz (www.hoteltopazz.com), design-hotel ispirato agli anni 30 (32 camere, da 200 euro). Nell'elastico ideale che unisce l'oggi al passato, scegliere il Cafè Sperl, atmosfera jugendstil. Ordinare vino: sulle colline di Vienna se ne produce di ottimo. O andare allo Spezerei, in Karmeliterpl, bottiglie alle pareti, menu multietnici con vini al bicchiere (da 30 euro). O, ancora, al Glacis Beisl in Breitegasse, trattoria con piatti di tradizione (da 30 euro). Dopocena si sale al bar Le Loft dell'Hotel Sofitel in Praterstr., dell'archistar Jean Nouvel, una costruzione trasparente dall'interno e nera dall'esterno, soffitti che allungano arabeschi di Pipilotti Rist nel cielo notturno, vista a 360°.
Il gioco dei contrasti prosegue a Naschmarkt, mercato alimentare, il sabato anche delle pulci. Accanto, la stazione della metro Karlsplatz e balaustre liberty di Otto Wagner, autore anche dei palazzi (1898) ai n. 38 e 40 di Linke Wienzeile str., i primi con ascensore. Nella vicina Schleifmuehlgasse, shopping in locali di design: Babette Spice & Books, libreria, corsi di cucina e ristorante; Gabarage, elementi d'arredo ricavati da oggetti d'uso quotidiano; Blumenkraft, estenuate composizioni di fiori in vasi inusuali.
L'isola pedonale racconta la città d'inizio secolo. Al 7 di Bognergasse la Engel Apotheke, casa del 1901 con angeli-mosaico di Oskar Laske; in Irisgasse il primo diurno (1904) in uno splendido art-déco di Otto Wagner; al 13 di Grabenpl., Knize, negozio di confezioni sartoriali maschili realizzato da Adolf Loos. Da Woka riproduzioni di lampade di Hoffmann e Moser; in Spiegelstr. le porcellane secessioniste Augarten; vetri e bicchieri, su design di Loos, nel negozio fin-de-siècle Lobmeyr. E in 28 mq, l'American Bar, ottone e radica, ancora di Loos, dove si va per un drink. Per atmosfere attuali, cena o dopocena con jazz dal vivo da AP, di fronte all'Opera (www.albertinapassage.at).
Ecco di nuovo la Vienna del futuro. Dietro il Belvedere, nel '13 sarà terminata la stazione ferroviaria centrale e intorno sta crescendo un quartiere realizzato da architetti famosi. E' in parte già funzionante il museo d'arte 21er Haus; il palazzo T-Mobile di Guenther Domenig sembra un bastimento con la poppa abbassata; la zona di ex mattatoi ha ceduto terreno a case per studenti, all'Hotel Roomz (di design e low price), alle Ville Verdi, di nome e di fatto, con balconi o giardini per ogni appartamento; i gasometri asburgici sono stati riqualificati affiancandoli a palazzi firmati da Wehdorn e Holzbauer e ancora da Jean Nouvel; la DC, Donau City, ex area espositiva, brulica di negozi, case, uffici; si stanno costruendo 2 grattacieli, quello di Dominique Perrault sarà il più alto d'Austria (220 m). Tutto a impatto zero sul territorio e a 10 minuti dal centro in metro. Uno dei 3 inceneritori è stato rivestito con un patchwork coloratissimo dell'architetto Hundertwasser, che si ispira a Gaudì e a Klimt.
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