Giovanni Novi annuncia: «Renzo Piano è tornato a lavorare con noi. È recuperato al 100%». È la svolta, la fine dell'esilio del noto architetto genovese, dopo laddio di due mesi fa. Quello di Piano fu uno strappo tanto violento quanto inatteso, che scosse la città e i suoi vertici istituzionali. Una reazione istintiva, che arrivò alla fine di un acceso confronto sulla fattibilità dell'Affresco, culminato in un vero e proprio braccio di ferro tra Authority e terminalisti. «L'Affresco non è morto. E lo dimostra il ritorno di Piano», dichiara il presidente del porto, rispondendo a distanza all'ex governatore Sandro Biasotti, che, sul Giornale di domenica, aveva decretato la prematura dipartita del progetto. Novi rilancia così il progetto del nuovo waterfront genovese. E lo fa animato da uno spirito di rivincita nei confronti dei suoi detrattori. L'occasione è data da un dibattito pubblico sul futuro del porto e della città, organizzato domenica sera alla Festa dell'Unità e al quale hanno partecipato il sindaco Giuseppe Pericu, il presidente della Provincia Alessandro Repetto, il presidente della Camera di Commercio Paolo Odone e il direttore generale di Assindustria Paolo Corradi. L'annuncio di Novi spiazza anche il sindaco, che, sull'argomento, poco prima aveva glissato: «Non è importante che Piano ritorni, ma che il progetto vada avanti. Ed è quello che sta accadendo, perché l'Affresco disegna il futuro del porto arricchendo la città». Pericu ne è convinto, lo sono meno il presidente della Provincia Repetto - «Critico l'impostazione del dibattito sul progetto, troppo concentrato sul rapporto città-porto quando dovrebbe essere allargato anche al territorio provinciale» - e Corradi, secondo cui «l'Affresco va bene, ma si realizzerà tra 15-20 anni. Ora, però, cerchiamo di risolvere gli attuali problemi del porto, che registra un evidente calo di traffici. In caso contrario, non ne usciremo vivi».
È, a questo punto, che il dibattito si infervora. A surriscaldarlo sono Novi e Corradi, che non si risparmiamo accuse. Novi attacca: «Se i traffici non crescono, è perché i terminalisti non fanno bene il loro lavoro. E quando io provo a battere il tempo a qualcuno (Vte, ndr), apriti cielo! Assindustria mi investe di critiche. Non solo. In porto continua a sopravvivere un certo egoismo, qualcuno pensa solo al proprio orticello ostacolando l'avvento di nuovi soggetti imprenditoriali». Corradi risponde: «Con l'utenza si interloquisce e non si litiga. Non si possono trattare i clienti a pesci in faccia. E, poi, i problemi non si risolvono sui giornali ma attraverso confronti seri e costruttivi». Sullo sfondo, ecco materializzarsi la querelle tra il presidente dell'Authority e il suo segretario generale, Sandro Carena. Il sindaco la liquida così: «Non voglio svalutare la questione, ma è meno importante di quanto appaia». Sarà, però è su questa controversa vicenda che il duello tra Novi e Corradi raggiunge il momento topico. Novi rilancia: «Non è possibile che Assindustria, attraverso i suoi membri in Comitato portuale, influenzi in questo modo la decisione di sostituire il segretario generale, facendo di tutto per trattenerlo. Sia chiaro, la mia non è stata una revoca ma solo un suggerimento dato a Carena. Poi, sarà il Comitato, previo accordo, ad assumere una posizione in merito».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.