l’appello per Massimiliano e Salvatore

2 APPELLO AL GIORNALE

Il tormentone continui

finché i marò non rientreranno

Caro direttore, quando è stata trasmessa la brutta storia dei marò italiani in India ho avuto subito la sensazione che quei ragazzi non ne sarebbero usciti a breve. La situazione politica del luogo è in una fase delicata, ma la nostra non è migliore: il nostro governo tecnico non se lo fila nessuno ed anche il loro approccio alla questione è stato inadeguato. Diverso era quando avevamo un governo forte, un Frattini che prendeva immediatamente in mano le situazioni ed un Berlusconi amico dei potenti del panorama mondiale. Questi tecnici non sanno che pesci prendere e non ne vengono a capo, hanno temporeggiato, ma non si fa così: in questi casi bisogna prendere subito il toro per le corna, altrimenti le cose si complicano. Oggi ho apprezzato le vostre belle pagine dedicate ai nostri soldati e ho capito che forse mobilitando i cittadini, facendo comprendere agli Indiani che gli Italiani non sono dei parassiti, ma reagiscono con sdegno ai loro intrighi, possiamo in qualche modo arrivare, dove i tecnici non intendono arrivare. Prego inoltre Silvio Berlusconi che li vada a trovare al più presto, dal momento che questi ragazzi possono ricevere una visita di un'ora al giorno. So che egli lo farà, se soltanto glielo permetteranno e questo gesto sarà importantissimo per i militari in questione, ma anche per le loro famiglie e per tutti coloro, che lavorano per la patria. Se così non potrà essere, prego comunque lei, direttore, di impegnarsi a far sì che il tormentone «portiamoli a casa» non cessi finché, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone non verranno fatti salire su una nave diretta in Italia, affiancati da un rappresentante del governo italiano o della politica italiana.
Grazie Direttore

Porto Venere
2 L’ABUSO

Ingannati con un trucco

della guardia costiera indiana

Una brutta storia italo-indiana. Al largo del Kerala c’erano, oltre alla sfortunata «Enrica Lexie», la petroliera gemella «Kamome Victoria», la nave cisterna italiana «Giovanni» e la «Ocean Breeze». L’equipaggio del peschereccio St. Antony, rientrato sulle coste indiane con i corpi dei due pescatori uccisi, segnalò alla Guardia Costiera indiana l’accaduto, fornendo però solo una descrizione parziale della nave che li avrebbe attaccati. La Guardia Costiera indiana chiamò le quattro navi nella zona che si avvicinavano alla descrizione e chiese, con un trucco: «Abbiamo trovato un peschereccio con armi a bordo, avete per caso subito un attacco?». La sventurata Enrica, unica e sola, rispose... sì, dandosi la zappa sui piedi e attraccò per «accertamenti». Tutti sappiamo come sta finendo. Forse il comandante è stato troppo prono a seguire troppo i suggerimenti degli armatori, molto sensibili alla minaccia indiana di cancellare per sempre ogni contratto. Gli indiani evidentemente se ne fregano che i marò italiani abbiano difeso i loro 18 marittimi ivi imbarcati contro i soli 5 italiani d'equipaggio...
Luigi Fassone
Camogli
2 LO SDEGNO

Un governo tecnico incapace

E le nostre istituzioni tacciono

Il movimento politico genovese di Forza Nuova esprime la propria solidarietà nei confronti dei due Marò del San Marco ingiustamente rinchiusi nelle carceri indiane.

Forza Nova condanna il Governo indiano responsabile di un’azione vergognosa e provocatoria, inoltre sottolinea l’incapacità del governo di usurocrati di risolvere questa crisi e biasima il comportamento della sinistra radicale, del sindaco Marta Vincenzi e di tutte le altre istituzioni genovesi che ipocriticamente non hanno presentato nessuna espressione di sentimento nei confronti del San Marco.
dott. Mario Troviso
Forza Nuova Genova

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