L’apprendistato contro la crisi

La riforma del mercato del lavoro potrebbe rivelarsi una grande opera incompiuta dove, pur tra alcuni passi avanti, è sembrato mancare il coraggio necessario su punti nodali come la disciplina dell’articolo 18, quella dell’apprendistato e dell’outplacement. L’esito è il perdurare di un’evidente disparità di trattamento tra chi è ipertutelato (e non rischia sostanzialmente nulla anche se ha perduto qualsiasi motivazione a lavorare e a migliorarsi) e il crescente numero di giovani in cerca del primo impiego o di quanti sono rimasti senza lavoro perché la propria azienda non ha resistito alla crisi o semplicemente perchè sono stati «sacrificati» sfruttando la fragilità dei contratti atipici. I dati sulla disoccupazione lasciano pochi dubbi: in Italia un giovane su tre è senza impiego. Questo mese il Giornale ha quindi pensato di dedicare il dossier all’apprendistato - anche nella forma dell’apprendistato in somministrazione, cioè quello attraverso l’intervento di una Agenzia per il lavoro - per capire come questo strumento possa aiutare a offrire una nuova prospettiva di impiego ai giovani sia in fabbrica sia in quelle imprese o botteghe artigiane che rappresentano il made in Italy nel mondo. Abbiamo così chiesto a economisti, a giuslavoristi e ad altri esperti del settore come è possibile valorizzare l’apprendistato per migliorare la riforma in atto. Nella convinzione che l’Italia, per potersi confrontare alla pari con le imprese degli altri Paesi europei, debba avvicinarsi ai sistemi più virtuosi e capaci di attrarre investimenti anche stranieri. La premessa resta, comunque, che senza misure per la crescita la situazione rimarrà nel suo complesso difficile.

Per questo abbiamo deciso di proporre anche questo mese una piccola guida per aiutare i giovani a orientarsi tra i bandi, i concorsi e i finanziamenti a disposizione di chi è pronto, per esempio, a mettersi in proprio o desidera lavorare oltrefrontiera.

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