L’arcivescovo «Ma dov’è il reato? I giudici non devono fare il tifo»

«Chiunque, specie se occupa posti di responsabilità nella scala sociale, ha il diritto ed anche il dovere di badare a che si seguano linee rispettose della dignità delle persone nella informazione, di imparzialità e pluralismo. Questo non mi sembra uno scandalo, tanto meno qualche cosa che va contro l’etica». A parlare così ieri circa l’inchiesta aperta dalla procura di Trani sul premier Silvio Berlusconi monsignor Giovanni Battista Pichierri (nella foto), l’arcivescovo di Trani. «Non entro - ha spiegato in un’intervista al sito “Pontifex” - nelle vicende giudiziarie. Ma secondo la legge naturale se un uomo di responsabilità pubbliche richiama qualche incaricato a maggior serenità, credo che agisca nell’esercizio delle sue prerogative e del bene comune, se segue la legge».
Secondo il presule, «ha ragione Napolitano quando dice che qui viviamo in una bolgia. Tutti criticano, contestano, ma non vedo e non sento proposte». «In questa campagne elettorale - ha continuato - dominata da cavilli e battaglie legali, ci si sta dimenticando il nodo reale: la qualità delle amministrazioni e i problemi della gente comune».


Secondo monsignor Pichierri, occorrerebbe quindi «richiamare tutti a maggior senso di responsabilità e a misurare le parole, ricordando che in politica non esistono Satana o nemici, ma avversari, che bisogna sempre rispettare con le armi della dialettica e mai dell’insulto o della via giudiziaria».
«Certo - ha concluso monsignor Pichierri - se qualcuno ha sbagliato, è giusto che la magistratura faccia il suo compito, ma senza fare il tifo per nessuno o contro nessuno».

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