Il prodiano Barbi rassicura i Verdi in agitazione contro la legge elettorale: «Così Veltroni e Berlusconi si incartano».
«Si va avanti», assicurano invece gli strateghi veltroniani. Non si chiamerà più Vassallum ma «tedesco corretto», il risultato non cambia molto. E Berlusconi è daccordo: il colloquio tra Veltroni e Gianni Letta, ieri mattina, è servito a spiegare al Cavaliere che non cè nessuna marcia indietro da parte del leader Pd. Che lobiettivo comune (rafforzare i due partiti principali e liberarli da alleanze-capestro) resta immutato. Che vanno concesse garanzie a Rifondazione, perché «da soli contro tutti non possiamo andare», e la sponda di Bertinotti (che sogna di svincolarsi dallalleanza obbligata col Pd per portare la Cosa rossa allopposizione) serve. E per ora cè, come segnala la benedizione di Nichi Vendola: «Berlusconi? Un politico vero».
Il Cavaliere ha registrato e risposto: «Di Veltroni mi fido»: via libera al finto «tedesco corretto», che guarda caso non piace per niente ai filo-tedeschi Rutelli (che sogna un futuro centro liberale alla Beyrou), Casini (che sogna un centro cattolico ago della bilancia), DAlema (che sogna di diventare lo stratega e magari il futuro premier di unalleanza col centro di cui sopra).
E se i «veti» contro cui Veltroni si scaglia bloccano tutto, è pronta anche larma di rappresaglia: si vada al referendum.
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