Vedete, non sono (non siamo) abituati a muoverci con autoblù, autisti, noleggi con conducente e sedili in pelle umana. Molto più semplicemente, mi muovo nellunico modo che conosco: con i mezzi pubblici, i bus, i treni e le funicolari. Talvolta, anche la Nave bus.
È lunico modo, da un lato per non far correre inutili rischi alla popolazione genovese, visto il livello della mia guida; dallaltro per non contribuire a record di inquinamento atmosferico e di incassi per il Comune, visto il costo record dei parcheggi a Genova. E, infine, soprattutto, è lunico modo per sentire il polso della città, per ascoltare le persone vere, non il mondo anestetizzato della politica e dei potenti di ogni tipo. Che va ascoltato, sarebbe ipocrita negarlo, ma non può essere certo lunica fonte a cui abbeverarsi.
Non siamo abituati a muoverci con autoblù, annessi e connessi, perchè ci piace parlare la lingua semplice, quella delle persone normali, quella - per dirla con Zavattini - in cui «buongiorno vuole dire solo buongiorno». Vale per gli autobus ingiustamente soppressi e vale per ogni vicenda in cui pensiamo di subire un torto. Limportante è combattere a testa alta e non arrendersi mai.
Insomma, cosa succede? Succede che qualche mese fa avevamo denunciato la scellerata politica aziendale dellAmt che, da un lato, dimezzava le frequenze del 17, il suo gioiellino che di fatto, grazie alle corsie preferenziali, era una vera e propria metropolitana di superficie dal Levante al centro e che si è trasformato in una sorta di carro bestiame. Ancora ieri mattina (...)
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