L’attonito agente Keanu Reeves tra cadaveri e assurdità assortiti

Già ai tempi di Serpico il marcio nella polizia era roba d’antiquariato. Figurarsi oggi. Eppure lo stimato James Ellroy si getta a capofitto nella Los Angeles più corrotta per tentare una replica del suo magnifico L.A. Confidential (1997). Operazione fallita: La notte non aspetta, diretto dal semisconosciuto David Ayer, è scritto con la sinistra, per non dire con i piedi, è di un’improbabilità rara e di una sciatteria impressionante. Con un numero di cadaveri, puntualmente bucherellati tipo scolapasta, di cui è impossibile tenere il conto. Protagonista della storia è l’agente Tom Ludlow (Keanu Reeves), ancora sconvolto dalla tragica morte della moglie, che pure lo cornificava. Il nostro uomo si mette nei guai entrando nel covo di quattro coreani che hanno rapito due ragazzine, e, rispondendo al fuoco, li fa secchi. A denunciarlo è il rancoroso ex compagno di pattuglia Washington che, guarda caso, mentre sta picchiandosi con lui in una drogheria, è trucidato da due rapinatori. Anche se al dipartimento sono convinti che sia stato proprio Ludlow a uccidere il collega, il capitano Jack Wander (Forest Whitaker) lo copre, pur dirottandolo, non a dirigere il traffico, ma all’ufficio reclami. Ovvio che il poliziotto dalla testa dura indagherà a fondo, scoprendo sorprendenti (?) altarini. Un film convulso e violentissimo, gonfio di luoghi comuni, con dialoghi così rozzi da mettere i brividi. Keanu Reeves se lo fa tutto in trance, ammazzando mezzo cast e facendosi medicare ogni cinque minuti da una dolce infermiera.

Se l’insopportabile Forest Whitaker crede di recitare Shakespeare, il superfluo Hugh Laurie fa rimpiangere il sopravvalutato Dr. House.

LA NOTTE NON ASPETTA (Usa, 2008) di David Ayer con Keanu Reeves, Forest Whitaker. 106 minuti

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