L’ex sindaco non teme la «sindrome dell’ex»

Altro che sindrome dell’ex! Se qualcuno temeva che il professor Giuseppe Pericu, lasciata la carica al vertice di Tursi, si sarebbe intristito a fare il pensionato dedicandosi alla petanque fra uno sbadiglio e un goccetto di amaro Santa Maria al Monte, ebbene, se lo deve togliere dalla testa: il sindaco del G8 e della capitale europea della cultura è più in pista che mai, e continua a incamerare cariche e incarichi, uno più prestigioso dell’altro. Prima un posto nel consiglio di amministrazione della società Aeroporto, poi il mandato a verificare la fattibilità del nuovo «Cristoforo Colombo» di Piano, galleggiante oltre la diga portuale, e ieri - ma non finisce qui, si può star sicuri - la nomina a membro del consiglio della Fondazione Iit, l’istituto italiano di alta tecnologia. Che non ha ancora prodotto una ricerca - non si dev’essere impazienti, prima o poi, entro il Millennio, arriverà -, ma in compenso ha messo a punto un sostanzioso organigramma. A cominciare dalle poltrone di vertice. Così che Pericu si troverà a decidere allo stesso tavolo con Marco Baggiolini, Sergio Dompè, Giorgio Margaritondo, Fabrizio Saccomanni, Rodolfo Zich, tutti come lui new entry nel consiglio della Fondazione.

Si aggiungono agli altri componenti dello staff di punta, composto, come noto da tempo, da: Vittorio Grilli, presidente comitato esecutivo, Roberto Cingolani, direttore scientifico, Giuseppe Cerbone, vicepresidente, Michele Romano, Paolo Fasce e Maria Domenica Testa (i tre componenti del collegio sindacale), oltre a Gabriele Galateri di Genola, presidente del consiglio, con i consiglieri Roger Abravanel, Alberto Alesina, Konrad Osterwalder, Alessandro Ovi, Remo Pertica, Gianfelice Rocca, Paolo Scaroni e Giuseppe Vita. Bastano. Per ora.

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