L’Italia guida la missione umanitaria europea

Un nuovo ruolo per il nostro Paese nelle operazioni in Libia. Sarà infatti italiana la guida di Eufor, la missione militare umanitaria europea in Libia, approvata ieri dal Consiglio della Unione europea. La missione avrà il suo quartiere generale a Roma e le operazioni saranno condotte dal contrammiraglio Claudio Gaudiosi, attuale numero due del Comando interforze. L’operazione è già da ora dotata di un budget di 7,9 milioni di euro e non durerà meno di quattro mesi. Ma per partire dovrà prima essere attivata dall’Ufficio delle Nazioni unite per gli affari umanitari (Ocha). L’obiettivo -spiega una nota della Unione europea - è «contribuire a garantire la sicurezza degli spostamenti e lo sgombero delle persone sfollate e a portare il suo sostegno alle agenzie umanitarie nelle loro attività all’aiuto di mezzi specifici». La missione sarà inquadrata dalle risoluzioni 1970 e 1973 del Consiglio di sicurezza dell’Onu.
L’Italia sta già contribuendo ad aiuti umanitari in Libia, coordinata dalle Nazioni unite: la Cooperazione italiana - ha spiegato ieri la Farnesina - sta partecipando ad un’azione umanitaria che prevede l’invio di beni sanitari ed alimentari in favore delle popolazioni civili della Cirenaica e, se le condizioni di sicurezza lo consentiranno, alle popolazioni civili vittime delle violenze a Misurata. Nell’ambito dell’operazione è stata allestita la nave cargo «Marianne Danica» che dovrebbe giungere a Bengasi questa notte per poi procedere, sempre che le condizioni di sicurezza lo permettano, verso il porto di Misurata. Il contributo della Cooperazione italiana, per un valore di 100mila euro circa e 14,2 tonnellate di beni, consiste nell’invio di 5 kit medici di patologia generale idonei alla cura di 50mila persone per un periodo di 3 mesi e di 10 kit anti trauma utili alla cura di 500 persone vittime di traumi.
Ma il ruolo dell’Italia è stato invocato ieri anche dai ribelli.

È stata la portavoce del Consiglio nazionale di transizione libico a lanciare un appello a nostro Paese. «Vorremmo che avesse un ruolo più importante e che facesse pressione su Gheddafi chiedendogli di lasciare la Libia e di ritirare le sue truppe».

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