L’okkupazione musulmana e le firme contro la moschea

(...) «Sono entrati in quella struttura che c’è sopra l’autosilo all’incrocio tra via Napoli e via Vesuvio - conferma Aldo Siri, presidente del Municipio Centro Est - L’abbiamo data in concessione a un’associazione, una volta alla settimana io stesso però uso l’ufficio per incontrare i cittadini e la circoscrizione la può usare quando ritiene, dando preavviso ai concessionari. Di certo quella struttura non è destinata allo scopo per cui è stata usata ieri». Usa parole misurate, Aldo Siri, ma è parecchio seccato per quanto accaduto al termine della manifestazione cui ha partecipato anche l’imam Salah Husein, tanto che ha già dato disposizione ai propri uffici di convocare la presidente dell’associazione per chiarire i fatti. «In un momento particolarmente delicato come questo - aggiunge il presidente del Municipio - le manifestazioni possono essere usate e intese come vere e proprie provocazioni. Quanto accaduto ieri è grave e mi auguro che tutti possano dimostrare maggiore senso di responsabilità».
Una prevaricazione, un atto di prepotenza come l’uso non autorizzato dei locali del Municipio da parte degli islamici fa salire la tensione. E potrebbe dare nuova forza a quanti si oppongono alla realizzazione della moschea al Lagaccio. Il comitato organizzatore del referendum intanto ha fatto il pieno di consensi. Ieri pomeriggio, nonostante la pioggia incessante, i banchetti hanno creato seri problemi di «traffico» sotto i portici di via Venti Settembre davanti al negozio Mondadori. L’inizio della sottoscrizione era previsto e annunciato per le 16 ma già un’ora prima Gianni Plinio, Matteo Rosso e gli altri componenti hanno dovuto iniziare a fare compilare i moduli per il gran numero dei presenti.
A fine serata, verso le 19, si contavano già 2300 sottoscrizioni per quello che è stato ribattezzato dallo stesso Plinio «l’ultima sollecitazione politica, l’ultimo avviso al sindaco Vincenzi che si ostina a non cercare il confronto con i cittadini». Accanto a lui, a rafforzare la posizione del Pdl sul caso moschea, ci sono i parlamentari Sandro Biasotti e Giorgio Bornacin, i consiglieri comunali Lilli Lauro, Giuseppe Cecconi, Giuseppe Costa, il consigliere di Municipio Pietro Falanga.
«Il successo di questa raccolta è stato di molto superiore a quello del luglio scorso - confermano i referendari - Segno che va aumentando la posizione contraria alla Vincenzi. Se il sindaco non lo vuole capire, la prossima volta presenteremo i moduli con il quesito referendario per abolire l’atto amministrativo o urbanistico con il quale si intende dare il via libera alla costruzione della moschea. Perché, anche se chi ci teme dice il contrario, noi non ci opponiamo al diritto di culto. Ci servono 6000 firme in due mesi, credo sia evidente che faremo molto prima».
All’iniziale trio Monteleone-Plinio-Rosso si sono ormai aggiunti esponenti di diversi partiti.

Anche il ministro Andrea Ronchi è venuto a Genova per dare forza all’iniziativa referendaria e per ricordare come le preoccupazioni siano soprattutto legate alle garanzie offerte dal gruppo di musulmani che ha trovato l’accordo con la sindaco. L’irruzione di ieri al Lagaccio ha rafforzato la linea.

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