L’ORGANIZZATORE 4 LUC ARGAND

L’avvocato Luc Argand, 63 anni, da 6 presidente del Salone di Ginevra, ha buoni motivi per pronosticare il successo dell’81ª edizione della più importante rassegna europea dell’auto.
In fondo al tunnel della crisi, l’industria dell’auto vede finalmente la luce?
«Il quadro rimane incerto, ma già oggi posso dire che dal nostro Salone parte un messaggio di fiducia e ottimismo. Nessuna delle grandi case ha voluto mancare. La richiesta di spazi è stata superiore agli 80mila metri quadri disponibili. Tra i 260 espositori provenienti da 31 paesi, in rappresentanza di 700 marchi, alcuni partecipano per la prima volta e altri, come de Tomaso e Ssangyong, ritornano dopo qualche anno di assenza. E sono ben 170 le anteprime mondiali ed europee».
Quali sono i principali motivi di attrazione?
«Trova conferma la tendenza alle auto ecologiche. E non è una questione di moda o di marketing. Lo dimostra il grande successo riscosso dal Padiglione verde nell’ultima edizione: i visitatori si interessano sempre più al tema della mobilità del futuro. Perciò abbiamo deciso di spostare questa esposizione dedicata alle tecnologie “verdi” in una zona più centrale, al fianco della pista di prova delle vetture ecologiche. Anche quest’anno, poi, i visitatori potranno partecipare a un Forum internazionale sulla mobilità del futuro».
Che cosa rende speciale questo Salone?
«Il fascino particolare della nostra manifestazione si deve a più fattori. In primo luogo la location, proprio accanto all’aeroporto e alla stazione ferroviaria, e l’ampia offerta alberghiera. Poi la taglia relativamente contenuta, che rende il Salone accogliente e ne facilita la visita. E infine il trattamento neutro garantito agli espositori da un Paese che è privo di costruttori di auto: la concorrenza a Ginevra si realizza liberamente, senza privilegio per nessuno».
I maggiori Saloni dell’auto hanno registrato un calo del numero dei visitatori. Nessun ripensamento alla formula?
«Noi non cerchiamo di attirare gente a tutti i costi. Quest’anno prevediamo, all’incirca 650-700mila visitatori, come nel 2010 o qualcosa meno. Ma ci accontentiamo. Quello che conta è fare una rassegna di qualità, dove operatori e pubblico possano ammirare e toccare con mano il meglio della produzione attuale e futura. Il contatto fisico con gli oggetti esposti rimane molto importante. E questa è una delle ragioni per cui si può guardare con fiducia al futuro dei Saloni».


Ce ne sono altre?
«La straordinaria capacità dell’industria dell’auto di reagire ai cambiamenti, di adattarsi alla domanda e di anticipare le soluzioni ai problemi».
Intanto la struttura sarà ampliata.
«Tra 2 anni ricaveremo 6.500 metri quadri in più dalla copertura di un’area che sta già dentro il Palexpo».

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