La7 La rete radical-chic perde i colpi

Dopo il 3 di Daria Bignardi, ieri sulla ruota de La7 è uscito il 4 di Serena Dandini (nella foto). Le audience delle due signore sommate insieme pareggiano il numero della rete. Dunque, tutto a posto, i conti tornano.
Ma se lo share non è un’opinione, il progetto di Paolo Ruffini - alimentare con l’acqua di Raitre il canale di Telecom Italia Media - minimo minimo è da rivedere. Dicono i beninformati che l’amministratore delegato Giovanni Stella la sia un po’ nervoso dopo gli esordi delle signore della sinistra chic di Milano e Roma. Che tirasse un’aria strana lo si era capito già la settimana scorsa. Schierare Roberto Saviano e Jovanotti e fare il 4,5 per cento è come perdere con il Lecce avendo in squadra Milito e Snejder.
Qualcosa non funziona nel salotto delle Invasioni barbariche, divenuto prevedibile, routinario, un tantino logoro. Stessa storia per The Show Must Go Off, troppo uguale a Parla con me. Se fai il 4 per cento schierando Daniele De Rossi, il capitano della Roma mai visto in un programma non sportivo, e Zucchero, allora anche qui i conti non tornano. L’aggravante poi è data dal fatto che la Dandini arriva la sera successiva alla Bignardi, mentre su Raitre è appena finito Che tempo che fa. Forse è proprio qui, nella sera di programmazione, l’errore più evidente.
Questi talk show si assomigliano tutti e sono troppo ravvicinati.

E poi: il pubblico de sinistra il venerdì e il sabato sera sta a casa a vedere la tv? Infine, la sindrome di David Letterman ha contagiato troppi conduttori nostrani: prendi un politico, un cantautore, un attore o uno scrittore, li fai parlare del loro privato e il gioco è fatto. Invece, rien ne va plus.

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